"Un sogno che continua ancora"

Francesca Porcellato nella leggenda: l'argento di Tokyo è la 14.ma medaglia

Trevigiana di nascita, residente a Valeggio, la campionessa ha partecipato a 11 edizioni dei Giochi paralimpici, 8 estive e 3 invernali

Francesca Porcellato nella leggenda: l'argento di Tokyo è la 14.ma medaglia
"Un argento che vale oro"
La campionessa è arrivata seconda nella H1-3 con 33:30.52, alle spalle della tedesca Zeyen (32:46.97); bronzo per la polacca Kaluza (33:50.42). "Questo argento vale oro, all’undicesima Paralimpiade, a 51 anni che compirò il giorno della cerimonia di chiusura, non è poco. Ho iniziato a Seul 1988, è cambiato secolo è sono ancora qui”.

Una carriera incredibile
Nella sua lunghissima carriera, Francesca Porcellato è stata capace di passare dall'atletica allo sci nordico e poi al ciclismo, riuscendo a primeggiare in ogni disciplina. Quella messa al collo in Giappone è la 14.ma medaglia paralimpica: la sua prima partecipazione fu a Seul nel 1988, la prima volta in cui i Giochi paralimpici si sono disputati nella stessa sede delle Olimpiadi. Compresi gli attuali, ha partecipato a 8 edizioni estive e 3 invernali.

Una serie irripetibile di medaglie
Le prime medaglie dell'azzurra risalgono proprio alla Corea del Sud quando fu oro nei 100 metri e 4x100, argento nei 200 e bronzo nella 4x200 e 4x400 nell'atletica leggera. Salì sul podio, sempre nell'atletica, anche a Barcellona '92 ed Atene 2004. Ai Giochi Paralimpici invernali di Vancouver 2010 centrò l'oro nella sprint del para-sci nordico. Due le medaglie vinte nel ciclismo a Rio 2016.

"Lo sport è un sogno che ancora continua"
"Lo sport è un sogno che avevo da bambina, che ho realizzato in età adolescenziale e che ancora continua", racconta. "All'inizio l'handbike doveva essere solo una prova, ma dopo sette anni sono ancora qua a continuare a pedalare". Le persone più importanti nel suo percorso sportivo? "La mia famiglia d'origine e mio marito, che è mio compagno e mio allenatore".

Nel video, l'intervista a Francesca Porcellato di Maria Barresi
Il servizio di Lucia Zorzi, montaggio di Mercedes Rizzo