Vicenza, nuova udienza del processo Pfas: parla l'Arpav

Il primo testimone a parlare è Vincenzo Restaino, a capo del dipartimento vicentino quando scoppiò la notizia della contaminazione.

Vicenza, nuova udienza del processo Pfas: parla l'Arpav
4 giugno 2013: è la data della nota del ministero dell’Ambiente che arriva in Provincia e nella sede di Arpav di Vicenza, e dà il via alla storia della contaminazione da Pfas del Veneto.

Al banco dei testimoni, al processo Miteni in Tribunale a Vicenza, tocca a Vicenzo Restaino, allora a capo dei dipartimento vicentino dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. Restaino ricostruisce a partire da lì la questione dell’inquinamento da perfluoroalchilici, finito anche nel sangue di migliaia di cittadini di tre province e nei prodotti alimentari. Valori stellari di sostanze chimiche trovate nell’acqua dei fiumi e delle falde, e l’inizio del percorso a ritroso che porterà a indicare la fabbrica di Trissino come la principale responsabile.

Restaino racconta le fasi, i monitoraggi, il modo di lavorare dell’agenzia che dirigeva, e sui cui si era concentrata anche un’inchiesta della procura: l’ipotesi, che si sapesse ben prima dell’inquinamento, ma si fossero omessi i dovuti controlli.

Le carte in mano alla Procura, messe insieme dalla relazione dei carabinieri del Noe di Treviso, certificano che Miteni avesse messo in piedi una barriera per fermare gli inquinanti già almeno dal 2019. L’inchiesta sulle eventuali responsabilità di Arpav è stata però archiviata nei mesi scorsi.

Nel servizio di Matteo Mohorovicich l'intervista a Marco Tonellotto, avvocato società idriche