La scheda

Il Governo Meloni ha giurato. Tre i ministri veneti: Alberti Casellati, Carlo Nordio e Adolfo Urso

Domenica la cerimonia della campanella con Mario Draghi, poi il primo Cdm

Il Governo Meloni ha giurato. Tre i ministri veneti: Alberti Casellati, Carlo Nordio e Adolfo Urso
Rainews.it
Foto di gruppo per il nuovo Esecutivo

È nato il Governo di Giorgia Meloni. Questa mattina alle 10 la presidente del Consiglio e i 24 ministri hanno giurato davanti al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Tre i Veneti nel nuovo Esecutivo: alla Giustizia l'ex magistrato trevigiano Carlo Nordio, alle Riforme Istituzionali l'ex presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, al ministero dello Sviluppo Economico (imprese e made in Italy) il padovano Adolfo Urso.

Maria Elisabetta Alberti Casellati Ufficio stampa Senato
Maria Elisabetta Alberti Casellati

Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministro delle Riforme Istituzionali 
Maria Elisabetta Elisabetta Casellati, 76 anni, è nata a Rovigo. L'ex presidente del Senato ha esercitato la professione di avvocato matrimonialista a Padova. Nel 1994 è stata tra i fondatori di Forza Italia. Da qui la sua lunga carriera tra gli scranni del Parlamento e successivamente anche in altre sedi istituzionali di alto profilo. Tra tra il 2008 e il 2011 è stata sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi. Il 15 settembre 2014 è stata eletta quale membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura e, sempre al Csm, è stata presidente della Terza Commissione per l'accesso in magistratura e per la mobilità dall'ottobre 2016. Casellati, anche dama di Gran Croce di grazia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, da sempre condanna la violenza femminile, in passato si è dichiarata favorevole alla castrazione chimica per gli stupratori mentre si è opposta fermamente alla 'legge Cirinnà', quella che regolamenta le unioni civili. 

Carlo Nordio Ansa/Alessandro Di Meo
Carlo Nordio

Carlo Nordio, ministro della Giustizia 
Il trevigiano ed ex magistrato Carlo Nordio ha 75 anni e alle spalle una carriera di grandi inchieste, dalle Brigate Rosse a tangentopoli, cominciata nel 1977. L'ultimo dei fascicoli bollenti di cui da procuratore aggiunto della Procura di Venezia si è occupato è stato quello sul 'Mose', per far luce sui fatti di corruzione legati ai cantieri del progetto. All'inizio degli anni 2000 Nordio è stato anche consulente della Commissione Parlamentare per il terrorismo e le stragi e presidente della Commissione per la riforma del codice penale. Con il pensionamento, arrivato nel 2017, ha avuto modo di immergersi nell'altra sua passione, quella per i libri e la scrittura. Dal 2018 è membro del Cda della Fondazione 'Luigi Einaudi' di Roma e per due anni è stato presidente del Premio Campiello, ma già in passato ha pubblicato libri e collaborato con riviste giuridiche e quotidiani. In occasione degli ultimi referendum sulla giustizia, è stato tra i promotori delle ragioni del Sì. 

Adolfo Urso Ansa/Ettore Ferrari
Adolfo Urso

Adolfo Urso, ministro dello Sviluppo Economico (imprese e made in Italy) 
Adolfo Urso è nato a Padova nel 1957 da genitori siciliani. Urso è un parlamentare di lungo corso del centrodestra con numerose legislature alle spalle, ed è stato eletto per la prima volta alle politiche nel 1994 e dopo le consultazioni del 25 settembre rieletto al Senato come candidato in Veneto con Fratelli d'Italia. Fin da giovane si è trasferito a Roma, dove ha conseguito una laurea in sociologia all'Università La Sapienza. Ha tre figli ed è separato. A metà degli anni '80 inizia l'attività da giornalista professionista scrivendo su "Controcorrente", e poi sul "Secolo d'Italia", per poi diventare vice direttore del quotidiano "Roma" e successivamente capo redattore presso "l'Italia settimanale". Parallelamente inizia ancor prima la sua attività politica nel Fronte della gioventù, l'organizzazione giovanile del Movimento sociale. Successivamente sarà tra i protagonisti della nascita di Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini. Nel 1994 è eletto alla Camera dopo essersi candidato nel Lazio, nel collegio di Roma Primavalle, con il Polo delle libertà guidato da Silvio Berlusconi. Nel 2001 è stato vice ministro delle attività produttive con il secondo esecutivo Berlusconi con delega al commercio estero. L'incarico gli viene confermato fino al 2006. In questi anni si è dedicato all'internazionalizzazione delle imprese italiane e successivamente, dopo le elezioni del 2006, in cui venne rieletto in Veneto, anche sulle politiche energetiche, in particolare con disegni di legge per riconsiderare la scelta dell'Italia contro il nucleare. Nel 2008, poi, è stato nominato, sempre con il Popolo della libertà sottosegretario allo Sviluppo economico e dal giugno del 2009 viceministro con delega sul commercio estero. Dopo una pausa dalla vita parlamentare negli anni successivi alla rottura tra Fini e Berlusconi, nel 2015 Urso ha aderito a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni ed è tornato alla politica attiva nel 2018, candidandosi al Senato in Sicilia e Veneto. Nella passata legislatura è stato prima vicepresidente poi presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza (Copasir) e alle recenti elezioni generali è stato rieletto al Senato, in Veneto. Dal 2011 Urso è presidente della Fondazione Farefuturo che venne creata nel 2007 su iniziativa di Fini, con l'obiettivo di sviluppare temi culturali e analisi dal punto di vista di una destra italiana liberale e laica.

Nel servizio di Alberto Bragaglia il profilo dei tre ministri veneti