I fatti tra il luglio 2022 e il marzo 2023

Verona, “Stai zitto o vedi cosa succede”. Calci e pugni in questura, arrestati 5 agenti

Sono accusati di aver pestato persone fermate per strada, quasi tutti stranieri o senzatetto, e di avere poi falsificato i verbali

Il servizio di Davide Pyriochos

Ad ammanettarli sono stati i colleghi di lavoro. Altri poliziotti in servizio alla Polizia di Stato di Verona hanno eseguito le ordinanze di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emesse dal gip del Tribunale di Verona. Calci, pugni ed umiliazioni contro stranieri o senzatetto, tutte persone in stato di fermo costrette a subire la violenza degli agenti di polizia. I presunti presunti atti di violenza sarebbero avvenuti nel periodo compreso tra il luglio 2022 e il marzo 2023, nei confronti di persone sottoposte, a vario titolo, alla loro custodia.

Le indagini, condotte per otto mesi dalla Squadra Mobile di Verona, si sono avvalse anche dell'uso di supporti tecnici e hanno riguardato comportamenti sfociati, secondo le accuse, anche in atti gravemente lesivi della dignità delle persone sottoposte ad accertamenti di polizia.

Ai cinque indagati, oltre al reato di tortura, sono stati contestati, a diverso titolo, anche quelli di lesioni, falso, omissioni di atti d'ufficio, peculato e abuso d'ufficio. I destinatari delle misure cautelari erano già stati trasferiti ad altri incarichi all'indomani della chiusura delle attività di indagine e quindi da alcuni mesi.

L'indagine è partita da un agente intercettato

L'inchiesta della Procura è partita grazie ad una intercettazione telefonica, compiuta nell'ambito di un'altra indagine, in cui un agente si vantava di aver "messo al suo posto" una persona fermata dandogli due schiaffi.

I capi d'accusa con cui il gip ha disposto i domiciliari agli agenti della Questura di Verona raccontano di una serie di violenze nei confronti di chi veniva fermato e portato negli uffici per l'identificazione.

In un caso un agente sferrò uno schiaffo al volto di uno dei fermati, si legge nell'ordinanza, così "vigoroso da fargli perdere i sensi per alcuni minuti".   "Stai zitto, altrimenti entro dentro e vedi cosa ti faccio", una delle frasi con cui gli agenti si rivolgevano ai fermati.

In alcuni casi, poi, oltre alle botte e agli insulti razzisti e xenofobi, gli agenti infierivano utilizzando anche lo spray al peperoncino. "Ti spruzzo nel c...o", minacciava l'ispettore arrestato davanti ai colleghi.

"I soprusi, le vessazioni e le prevaricazioni poste in essere dagli indagati risultano aver coinvolto, in misura pressoché esclusiva - scrive il gip, Livia Magri -, soggetti di nazionalità straniera, senza fissa dimora, ovvero affetti da gravi dipendenze da alcol o stupefacenti, dunque soggetti particolarmente 'deboli'".

Il poliziotto intercettato si vantava con la ragazza, "che botte che ho dato"

Uno dei poliziotti di Verona arrestati raccontava alla fidanzata, inframezzando il narrato con risate e commenti divertiti, il pestaggio ai danni di una delle vittime. È quanto emerge dall'ordinanza di arresto emessa dal Gip. Nel documento vengono riportate alcuni stralci dei suoi dialoghi con la fidanzata, quando le raccontava delle violenze nei confronti di alcune persone che aveva fermato: "m... che pigna che gli ho dato". E ancora: "ho detto vabbè, oggi le devi prendere anche da me!". In un'altra conversazione aggiungeva: "gli ho fatto una presa io, gli ho calciato fuori e poi l'abbiamo portato dentro insieme, no, e vabbè gli abbiano tirato due, tre schiaffi a testa, no, ma così, giusto per...".

La questura: “Casi isolati, trasferiti anche i colleghi che sapevano”

La questura sottolinea che si tratta di sette casi isolati, che sono stati documentati attraverso intercettazioni audio e video all'interno degli stessi uffici di polizia. Le stesse fonti sottolineano quanto la stessa Polizia si sia spesa per individuare al suo interno i responsabili dei fatti. L'indagine, si rileva, "non è nata da pressioni dell'opinione pubblica o da filmati postati in rete.

"Un segnale positivo - viene sottolineato - sulla presenza di un sistema che anche dall'interno consente di intercettare (e non nascondere) episodi di derive illegali".  

Secondo quanto si è appreso, oltre ai poliziotti autori delle violenze, sono stati trasferiti e sottoposti ad indagine anche coloro i quali potevano sapere e non hanno fatto nulla per impedire o denunciare gli abusi.

Sulla vicenda Davide Pyriochos ha sentito il questore di Verona Roberto Massucci

Il capo della Polizia Pisani: "Affrontare questo momento con la dignità e la compostezza di sempre"

Sulla vicenda è intervenuto il capo della Polizia Vittorio Pisani: "Ringrazio la procura di Verona per la fiducia accordata alla Polizia nel delegare alla Squadra Mobile le indagini riguardanti gli operatori appartenenti alla stessa questura - ha detto - La levatura morale della nostra amministrazione ci consente di affrontare questo momento con la dignità e la compostezza di sempre".