La svolta

Inquinamento da Pfas in Veneto, il composto Pfoa classificato come cancerogeno per l'uomo

La decisione è dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Si tratta della sostanza più presente nelle acque e nel sangue dei residenti della zona rossa

Nel servizio di Matteo Mohorovicich l'intervista a Vincenzo Cordiano, ematologo; Edoardo Bortolotto, avvocato

30 scienziati di 11 paesi, riuniti a Lione, e la decisione storica: lo Pfoa, uno dei composti della famiglia dei Pfas, classificato come cancerogeno per l’uomo. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro segna una svolta. Il gruppo di esperti che si è riunito nei giorni scorsi ha inserito il composto chimico nel gruppo delle sostanze causa di tumori.

I risvolti per il Veneto

Una questione di grande attualità soprattutto per il Veneto, considerando che lo Pfoa è l’acido più trovato nelle acque di falda e nel sangue dei residenti della zona rossa. Il caso è sempre lo stesso: quello della contaminazione da Pfas. Le sostanze sversate per anni nell’acqua dalla Miteni di Trissino, finite a inquinare i comuni del Vicentino, del Veronese e del Padovano e - tramite l’acqua dei rubinetti - depositate nel sangue di migliaia di persone.

Il punto sul processo

A Vicenza, per questo, è in corso un processo: 15 imputati tra ex manager, dirigenti e dipendenti dell’azienda Miteni. Reati ambientali a loro carico, ma dalle udienze sono emerse anche le patologie di cui soffrono gli abitanti delle zone colpite, e i possibili danni correlati. Un filone, questo, che riguardava una specifica inchiesta, archiviata da poco, sugli ex operai di Miteni: i loro valori nel sangue sono tra i più alti al mondo.

I prossimi obiettivi

La decisione dell’Agenzia per la ricerca sul cancro fa ora da spartiacque, dice Vincenzo Cordiano, il medico che per primo puntò il dito sui rischi. Lo Pfoa, e anche lo Pfos (classificato come possibilmente cancerogeno) dovranno essere fatti sparire dall’acqua e dagli alimenti.