Il giorno dopo

Veneto: la legge d'iniziativa popolare sul fine vita non raggiunge il quorum

Servivano 26 voti per approvarla: in 25 hanno detto sì, 22 no, 3 si sono astenuti. Ma l'astensione vale un voto contrario

Veneto: la legge d'iniziativa popolare sul fine vita non raggiunge il quorum
Tgr Veneto
Il consiglio Regionale Veneto

Non raggiunge il quorum, la legge d'iniziativa popolare sul fine vita. Servivano 26 voti per approvarla. In 25 hanno detto sì, 22 no. 3 si sono astenuti, l'astensione vale un voto contrario. 25 a 25: la legge quindi non è passata e per questa legislatura non se ne fa più niente. Il testo, che torna in Commissione Sanità, resta incardinato per la prossima legislatura, quella che uscirà dal voto regionale nel 2025.

Cosa accade adesso

Sui risvolti politici portati a galla dal voto dell'aula, la Lega non compatta dietro la scelta laica del presidente Zaia e l'astensione della consigliera Pd Anna Maria Bigon, la resa dei conti e la gestione dei malumori sarà questione interna. Ma per i malati? Nulla cambia. Il percorso del fine vita è già definito da una sentenza della Corte Costituzionale, la numero 242 del 2019. La norma veneta (prima regione d'Italia a portare al voto la questione) avrebbe solo uniformato la tempistica per il suicidio medicalmente assistito, portando a 20 giorni la risposta dei comitati etici per valutare le richieste. Abbattendo i tempi dell'attesa per questi malati. Ad oggi in Veneto le richieste alle ulss sono 7: due accolte, ad una è stato dato corso, 4 sono state respinte, una è in corso di valutazione. 

Il servizio di Milva Andriolli, montaggio Simone Pagani

Vicepresidente della Quinta Commissione, dove ora la legge tornerà, Annamaria Bigon è l’unica dei consiglieri di minoranza che non ha votato sì, ma si è astenuta.

Matteo Mohorovicich l'ha intervistata.

Il cammino però continua. La bocciatura del Consiglio regionale del Veneto della proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito, firmata da 9.062 cittadini, non è uno stop per l’associazione Luca Coscioni: "Il fine vita resta garantito dalla sentenza della Corte Costituzionale. I tempi e i modi, chiari e validi per tutte le aziende sanitarie, fissati nel testo - dicono, avrebbe garantito uguaglianza fra i cittadini".

Nessuno stupore nemmeno per Stefano Gheller, il vicentino di Cassola, autorizzato dall’Ulss 7 Pedemontana il 13 ottobre 2022 a procedere con il proprio fine vita. In sedia a rotelle dai suoi 14 anni, attaccato da dieci a un respiratore meccanico, Stefano non se la sente di parlare. “È una scelta personale, di libertà. È difficile e va rispettata", aveva detto a fianco del comitato promotore della legge, Liberi subito Veneto.

Nel servizio di Alessia Piovesan, montato da Marco Pacifico, l'intervista a Diego Silvestri, Associazione Luca Coscioni e Comitato Liberi Subito, e a Pietro Manno, presidente Comitato Etico Ulss 8 Berica 

Se sul fine vita il percorso tracciato, quello della sentenza 242 della Corte Costituzionale, resta, sul piano politico la strada della maggioranza in Regione appare meno lineare. Il voto espresso a Palazzo Ferro Fini ha, infatti, messo in luce una spaccatura non solo all'interno della Lega, ma anche tra gli alleati. Fratelli d'Italia e Forza Italia, annunciando il loro voto contrario e compatto contro la legge d'iniziativa popolare, hanno mostrato un nuovo asse che si potrebbe profilare all'orizzonte. E, dietro il commento al voto, lasciano intendere anche altro all'alleato leghista.

Nel servizio di Lucia Cappelletti, montato da Alessandro Bordin, le interviste a Luca De Carlo, coordinatore regionale Fratelli d'Italia; Flavio Tosi, coordinatore regionale Forza Italia; Alberto Stefani, segretario regionale Lega