Gli animali di Rigoni Stern prendono vita in una mostra a a Trento

Quindici artisti raccontano gli abitanti dei boschi dell'Altopiano nel centenario dalla nascita dello scrittore di Asiago. L'esposizione resterà aperta fino al 27 febbraio 2022.

Uno stambecco che sembra uscire dal bosco. Lo sguardo di una civetta in legno. Un urogallo, di un verde quasi abbagliante. Sono solo alcuni degli animali raccontati da Mario Rigoni Stern, che quindici artisti hanno trasformato in incisioni, dipinti, sculture, installazioni, fotografie. Opere realizzate quasi tutte per la mostra 'Selvatici e salvifici' organizzata al Palazzo delle Albere che, a Trento, celebra i cent'anni dalla nascita dello scrittore dell'Altopiano dei Sette Comuni.

"Seppur Rigoni Stern avesse una scrittura molto semplice, ma per questo immediata, aveva una grande capacità di racchiudere nella parola l'archeologia del proprio essere cimbro - ha detto Fiorenzo Degasperi, uno dei curatori della mostra -. Perché dietro ogni parola, ogni animale, ci sta il mondo. Che è fatto anche di leggende, di storie sussurrate la sera attorno al fuoco". 

Non è facile trasformare le parole in una mostra. Quella di Trento, aperta fino al 27 febbraio, è stato uno sforzo collettivo che ha coinvolto i due principali musei della provincia. Il Muse, che si occupa di scienza. E il Mart, vetrina dell'arte moderna e contemporanea. All'anteprima, al Palazzo delle Albere, anche i due presidenti Stefano Zecchi e Vittorio Sgarbi.

"La mostra ci racconta questo modo di vivere insieme la grande tradizione culturale dell'Occidente - ha detto Zecchi -. Pensare che la scienza sia separata dall'arte è sbagliato. E che la natura abbia una sua autonomia rispetto alla ricerca scientifica è altrettanto sbagliato".