Il report

In Veneto sono in aumento le aggressioni a medici e infermieri

Domenica la Giornata nazionale di Educazione e Prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari

"Rispettate chi si prende cura di voi, altrimenti poi la vita chi ve la salva?" L'appello è quello di medici e infermieri, per dire basta agli episodi di violenza contro gli operatori sanitari.

In aumento, in tutta Italia: 85 quelli rilevati l'anno scorso, contro i 60 nel 2021, secondo i dati del ministero della Salute. Schiaffi e pugni, calci e spintoni, ma anche morsi, pizzicotti e insulti. Protagonisti pazienti fuori controllo. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, fino al 38 per cento di chi lavora a protezione della salute subisce violenza fisica almeno una volta nella propria carriera. Difficile però avere stime certe.

In Veneto ci si prova con un osservatorio regionale appena nato. Nel padovano, secondo un report dell'Ulss 6 Euganea, i casi sono più che raddoppiati in cinque anni: dai 77 del 2018 ai 179 dell'anno scorso. In cinque anni, oltre 500 aggressioni.

"Il nostro territorio purtroppo non è immune da questo fenomeno", osserva Giovanni Leoni, veneziano, vicepresidente nazionale dell'Ordine dei medici, ricordando, tra gli altri, la dottoressa dello IOV di Padova ferita con un coltello, l'infermiera incinta presa a pugni, in un ambulatorio di Mira, i medici di famiglia di Cavallino Treporti e di Noventa di Piave insultati nei loro laboratori.

"Un terzo degli infermieri ogni anno è raggiunto da aggressioni fisiche o verbali", aggiunge Marina Bottacin, presidente dell'ordine degli infermieri di Venezia. Fra loro uno su dieci è colpito da esaurimento. Ma sono molti di più, il 36 per cento in tutto, quelli che pensano ad abbandonare la professione. La Regione ha attivato un percorso di formazione per dare a medici e infermieri strumenti di prevenzione e gestione degli episodi di violenza.