Il caso

La morte di "Gloria", paziente oncologica veneta: "La vita è bella, ma solo se siamo liberi"

La donna ha scelto di porre fine alla sua vita ricorrendo alla sentenza della Consulta sul caso dj Fabo. Un "Grazie", come ultimo messaggio lasciato all'Associazione Luca Coscioni

"Gloria", nome di fantasia, se n'è andata la mattina del 23 luglio, a casa sua, assistita dal marito che è stato con lei fino all'ultimo istante. 78 anni, veneta, malata oncologica da tempo, è la seconda persona in Italia ad aver scelto di porre fine alle proprie sofferenze tramite l'aiuto alla morte volontaria, reso legale a determinate condizioni dalla sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale.

Prima in Italia ad avere ottenuto il farmaco

La donna è anche la prima in Italia ad aver ottenuto la consegna del farmaco, dopo la verifica delle sue condizioni e parere favorevole dell'azienda sanitaria e del comitato etico. Sei mesi di iter, che aveva ricevuto il via libero definitivo lo scorso 30 marzo. Prima di lei, parere favorevole anche Stefano Gheller, affetto da distrofia muscolare.

"Gloria" aveva lanciato un appello

Il 12 luglio, "Gloria" aveva lanciato un appello alle istituzioni affinché il rinnovo delle verifiche sulla sussistenza dei requisiti, prima della consegna del farmaco, fosse fatto quanto prima visto il peggioramento delle sue condizioni. Dopo 5 giorni, i medici hanno verificato che la signora avesse ancora piena capacità di autodeterminarsi e autosomministrarsi il farmaco, nonostante l'avanzare della malattia.

Veneto primo in Italia, per la proposta di legge regionale sul suicidio assistito

Nel dare la notizia ed esprimere la sua vicinanza ai familiari, l'Associazione Luca Coscioni, che ha supportato "Gloria" in tutte le fasi, ricorda che il Veneto è la prima regione in Italia ad aver raggiunto e depositato in Consiglio Regionale le firme necessarie per la proposta di legge regionale sul suicidio assistito.

Sulla vicenda è intervenuto Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni