Venezia, magie ottiche tra finzione e realtà
Le arcate e l'acqua, elementi architettonici e naturali della città lagunare, si fondono in un'installazione artistica al Fondaco dei Tedeschi
Le cinque grandi arcate a tutto sesto, della porta d'acqua del Fondaco dei Tedeschi sul Canal Grande, riprodotte e moltiplicate. Chi vi passa vicino rimane stupito, disorientato nella percezione dello spazio, in cui si fondono i confini tra finzione e realtà in uno scorcio caratteristico di Venezia. All'ultimo piano del palazzo la riproduzione degli archi della corte interna, tinti di blu, rievocando un senso di immersione.
Inganno dell'occhio, "trompe l'oeil", tecnica che "Sbagliato", collettivo che si compone di tre designer e architetti romani, approfondisce con l'opera "Radials", installazione pensata in occasione della Biennale Architettura.
L'arco come elemento architettonico su cui si concentra lo studio: moltiplicato all'infinito, diventa strumento per fare un ragionamento sull'elemento più importante di Venezia, ossia l'acqua. Alterando i pieni e i vuoti sulle facciate, si inventano nuovi passaggi, il passato consegna il testimone al presente, e viceversa.
Per il collettivo, dunque, i varchi generano interrogativi nell'osservatore su quanto sia labile e soggettiva la realtà in cui vive. E dunque la scelta: rimanere sospeso tra ciò che esiste e potrebbe essere o attraversare e abbandonarsi a una realtà differente.