I risultati della perizia

La strage di Santo Stefano di Cadore: nessun guasto all'auto di Angelika Hutter

Il 6 luglio scorso un'auto falciava sul marciapiede una famiglia veneziana in vacanza. I familiari chiedono giustizia e cercano ancora un perché

Sono passati 82 giorni dalla strage di Santo Stefano di Cadore. Quell'auto che sfreccia sul rettilineo, falcia e uccide tre persone: il piccolo Mattia, il padre Marco e la nonna Maria Grazia. Finirono così, tragicamente, le vacanze nel Bellunese di una famiglia veneziana. I familiari chiedono giustizia e cercano ancora un perché.

Non fu un guasto tecnico all'auto

La risposta non è il guasto tecnico alla macchina, guidata dalla cittadina tedesca Angelika Hutter, 33 anni, in carcere a Venezia con l'accusa di omicidio stradale plurimo. Agli atti dell'inchiesta la consulenza eseguita dall'ingegner Andrea Calzavara, "disposta - precisa la Procura di Belluno - come da prassi in caso di incidenti stradali mortali".

"Le conclusioni - commentano i legali delle famiglie delle vittime - smentirebbero la versione dell'indagata che per sottrarsi alle sue enormi responsabilità - scrivono in una nota - avrebbe parlato di guasto tecnico".

La Procura di Belluno, però, chiarisce che non ci sono dichiarazioni formali dell'indagata o del suo difensore, confluite agli atti del processo, che confermino questa versione dei fatti.

Angelika Hutter, che ha trascorso un periodo nel reparto di Psichiatria a Venezia prima di tornare in carcere alla Giudecca, si era avvalsa della facoltà di non ripondere. L'inchiesta, conferma il Procuratore di Belluno Paolo Luca, va avanti.