Tra i premiati Gigi Datome, stella della pallacanestro appena ritiratosi

Castelfranco (TV), il "Radicchio d'oro" si avvicina al quarto di secolo

Dal 1999 premia eccellenze d'impresa, della cultura, dello sport, dell'enogastronomia.

Un premio nato nel 1999

Sapere, saper fare e fare bene, fino a raggiungere l'eccellenza. È il senso del premio Radicchio d'Oro, che a Castelfranco (Treviso) dal 1999 fa luce su chi si distingue nel campo dell'imprenditoria, della cultura, dello sport, dell'enogastronomia

Il pensiero a Giulia

Ogni edizione è ancorata al presente. Nell'ultima edizione, la madrina della serata è Francesca Bergesio, Miss Italia, che riporta il pensiero a Giulia Cecchettin e a tutte le donne vittime di violenza. Poi, la cerimonia ufficiale sul palco del teatro Accademico.

Riconoscimenti anche fuori dal Veneto

Tra i premiati, nel 2023, gli imprenditori Bruno Vianello e Federico Frasson e l'Unità complessa di Nefrologia dell'Ulss 2 come esempi di rilievo della Terra Trevigiana. Ma lo sguardo va anche oltre i confini del Veneto: porta sul palco la direttrice dei musei vaticani Barbara Jatta, simbolo di impegno culturale, e Gigi Datome, cestista di Montebelluna, già capitano della Nazionale e capace di brillare nell'NBA, oltre al tenore Alessandro Lora. E poi c'è lo chef Paolo Casagrande, tre stelle Michelin a Barcellona con il suo ristorante, e l'alberghiero Beltrame con le giovani pasticcere Maja Cester e Aurora Rossetto. Un filo di eccellenze, rosso come il "fiore d'inverno", principe della tavola, che nasce nella Marca trevigiana. Era questa l'idea dei fondatori. E lo è ancora.