Al lavoro un gruppo di esperti

Trivelle in Adriatico: nessun braccio di ferro (per ora) tra Roma e il Veneto

Ma il Decreto Energia ha riaperto le ferite di un territorio, Polesine e Delta del Po, dove la comunità si è già detta contraria

Al lavoro un gruppo di esperti

Un gruppo di 8 esperti, di CNR e Università del Veneto è al lavoro per dare una risposta scientifica alle domande della politica. Tema: gli aspetti ambientali legati agli interventi di estrazione di gas naturale nell'Alto Adriatico. Il dl Energia licenziato dal Governo Meloni ripropone la questione, anche come possibile exit strategy alla dipendenza energetica del paese. Per Francesco Musco, docente all'Università IUAV di Venezia e membro della commissione voluta dal presidente del Veneto Luca Zaia, il gioco non vale la candela. La questione ambientale è primaria: il rischio di subsidenza - non quantificato né misurabile con certezza - è comunque da mettere in conto e lì scatta il principio di precauzione. Ma - ragiona il professor Musco -  i riferimenti geografici dei giacimenti contenuti nel DL sono inconciliabili con le opportunità e gli obiettivi da raggiungere. Le risorse accertate al 90% nell'Alto Adriatico e non ancora sfruttate sono infatti 40 miliardi di metri cubi, quando il nostro paese ne consuma circa 70 all'anno.