Il "peso" del magnate nella politica statunitense

Usa, repubblicani alla corte di Elon Musk. Invocano libertà per Trump, bannato da Twitter

I repubblicani bussano al nuovo proprietario della piattaforma. L'ex presidente Usa frena, ma consiglieri e osservatori non gli credono: "Non rinuncerà allo strumento del suo successo politico"

“Elon. Twitter. Freedom” recita uno dei tweet, in un altro si legge “Ehi, @elonmusk è una settimana fantastica per liberare @realDonaldTrump”. A vedere l'alba sono i repubblicani che, con l'acquisizione del Social da parte dell'uomo più ricco del mondo, puntano a “riabilitare” l'ex presidente Usa bannato dopo l'assalto dei suoi sostenitori a Capitol Hill. I repubblicani fanno perno sulle dichiarazioni di Musk che spesso aveva criticato la moderazione di Twitter, definendosi un assolutista della libertà di parola. 

D'altro canto, dopo la censura, Donald Trump pieno di rabbia aveva promesso di lanciare un nuovo social e l'ha fatto. E ora, sembrerebbe, non abbia intenzione di tornare indietro: “Voglio che tutti si spostino su Truth, conservatori, liberali, la risposta di Truth è migliore di Twitter”, ha dichiarato alla Fox News, affermando che intende postare sul social media da lui lanciato e che stenta a decollare. 

E mentre le azioni di Twitter salgono, quelle di Truth scendono. Non solo, l'atteggiamento del tycoon non convince consiglieri e osservatori: “Non rinuncerà allo strumento del suo successo politico”. Twitter nel 2016 è stato cruciale per la sua vittoria elettorale e anche per tutta la presidenza. Insomma il peso politico di Musk cresce a tal punto che potrebbe ridare vigore o affondare i conservatori e con loro il combattente Trump. 

Preoccupata l'American Civil Liberties Union (Aclu), un'organizzazione non governativa orientata a difendere i diritti civili e le libertà individuali negli Stati Uniti.