La strage di Capaci

Scarpinato: "Un documento, scomparso e ritrovato, dimostra il coinvolgimento di Delle Chiaie"

La rivelazione del magistrato siciliano, ex procuratore generale di Palermo, nel corso della trasmissione Spotlive di Rainews24 sulle stragi

"Stefano delle Chiaie coinvolto nella strage di Capaci. Esiste un documento ufficiale che lo prova. Risale al 1992 ed era scomparso." Lo ha rivelato l'ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato nel corso della diretta Spotlive questa sera su Rainews24. Queste le parole di Scarpinato, intervistato da Raffaella Cosentino e da Giancarlo Usai:

"Noi già dopo le stragi abbiamo indagato Stefano delle Chiaie, unitamente a Licio Gelli, a Salvatore Riina e altri soggetti, perché secondo noi coinvolti in un progetto di destabilizzazione dello Stato connesso alla strategia stragista- ha detto Scarpinato - Nel maggio del 2001 fummo costretti ad archiviare perché non avevamo elementi sufficienti. Ma successivamente sono state acquisite importanti risultanze processuali che noi non conoscevamo ed è stato acquisito anche un documento ufficiale redatto dal 1992 nel quale si comunicava a più autorità che Stefano delle Chiaie nella primavera del ’92 si è incontrato con boss mafiosi e che era coinvolto nella strage di Capaci. E’ un documento del 1992, è stato riscoperto solo recentemente" La puntata di questa sera di Spotlive approfondiva l'inchiesta Spotlight "Trent'anni di depistaggi sulle stragi. Capaci e via D'Amelio tra verità occultate e zone d'ombra" di Raffaella Cosentino e a cura di Valerio Cataldi.

Il magistrato ha elencato i punti di contatto tra il commando stragista che fece saltare in aria l'autostrada a Capaci uccidendo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. "Erano esponenti della destra eversiva Pietro Rampulla, l'artificiere di Capaci e Antonino Gioè, uno degli esecutori - ha spiegato Scarpinato - Gioè era in continuo dialogo con Paolo Bellini recentemente condannato per la strage di Bologna". 

Secondo Scarpinato Bellini era in provincia di Enna nel 1991 quando si sono riuniti i capi di Cosa Nostra per discutere il piano stragista e nel 1992 si trovava a Catania nei pressi della casa del fratello di Rampulla. Avrebbe inoltre suggerito di fare attentati ai beni artistici. 

 

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