Forum Ambrosetti

Giorgia Meloni: "Se l'Ucraina cade, l'Europa finisce sotto l'influenza cinese"

La presidente di Fratelli d'Italia: "Con il libero commercio globale ci siamo indeboliti, dobbiamo ripensare le catene del valore"

“Eravamo convinti che con il libero commercio senza regole avremmo ottenuto un futuro nel quale la ricchezza si distribuiva e le nazioni che erano indietro rispetto a noi per esempio sui diritti si sarebbero avvicinate al nostro modello”, ma “non è andata così". È il punto di partenza dell'intervento di Giorgia Meloni al Forum Ambroseti di Cernobbio.

Secondo la presidente di Fratelli d'Italia “la ricchezza si è verticalizzata, si è spostata verso Oriente, i regimi e i sistemi autocratici hanno guadagnato campo nel mondo e contemporaneamente sono involuti. Ci siamo indeboliti perché non avevamo più il controllo di niente. Quando ce ne siamo accordi era troppo tardi. Quello che stiamo vivendo in questi giorni spiega uno scenario che qualcuno aveva tentato di segnalare anni fa e per questo era stato definito autarchico. Indipendenza energetica? Materie prime? Ora noi abbiamo il gas, è ovviamente è il problema più evidente, ma vogliamo parlare di semiconduttori e microchip, che abbiamo appaltato completamente all'Asia e quando è arrivata la pandemia la Cina ha privilegiato il mercato interno e noi ci siamo trovati con intere catene produttive completamente ferme? Sento Emmanuel Macron, che non è un pericoloso sovranista, parlare di autosufficienza alimentare. Noi oggi abbiamo due nazioni in guerra e da sole producono il 30% del grano mondiale, e rischiamo che questo si riversi su cento milioni di africani e quindi di rimbalzo anche da noi”. 

"Nei nostri ragionamenti - invita Meloni - dovremmo pensare anche alle nostre catene del valore. L'Unione europea nacque come Comunità economica del carbone e dell'acciaio, cioè per i problemi di materie prime e approvvigionamento energetico. Oggi si trova esposta proprio su materie prime ed energia. Ha lavorato bene? O forse non aveva così torto chi diceva che l'Europa doveva fare meno e fare meglio, occuparsi delle questioni strategiche delle quali non sempre si è occupata? Io penso che le catene del valore devono tornare nazionali quando possibile o almeno europee, e quando non possibile bisogna lavorare sul friend-shoring, cioè sulle nazioni alleate, quando non è possibile neanche questo sul near-shoring, cioè sulle nazioni vicine".

“Siamo in mezzo a una guerra, e indipendentemente da quanto durerà, resterà la divisione tra blocchi”, ammonisce la leader, "per questo Fratelli d'Italia ha preso una posizione così chiara sul conflitto in Ucraina. Io sono convinta che sia la punta dell'iceberg di un conflitto molto più ampio il cui obiettivo è la revisione degli assetti mondiali. Se l'Ucraina cade e l'Occidente perisce, il grande vincitore non sarà solo la Russia di Putin, ma la Cina di Xi Jinping. E chi è più debole in Occidente, segnatamente l'Europa, rischia di ritrovarsi sotto l'influenza cinese. Bisogna combattere questa battaglia. Sento ancora parlare di sanzioni sì, sanzioni no, armi sì, armi no. Pensate veramente che con la posizione italiana decidiamo il destino del conflitto in Ucraina? Se l'Italia si ritirasse, cosa farebbe il resto dell'Occidente? Non cambierebbe niente".