Non poteva finire meglio di così. Con la Turandot di Puccini, il Teatro Verdi di Trieste chiude la stagione e regala un evento di musica e spettacolo da non dimenticare.
L'allestimento curato da Davide Garattini Raimondi rinuncia al cosiddetto "finale Alfano", e lascia l'opera dove l'aveva interrotta il maestro, morto mentre la componeva. In una messa in scena gioca su forme rigide e colori radicali: bianco e nero, a segnare i contrasti sociali ed emotivi della vicenda.
Spicca la voce, dal timbro scuro e potente, del soprano croata Kristina Kolar, che gestisce con sicurezza un ruolo impegnativo. Mentre Calaf è il tenore francese Amadi Lagha, che con la sua esecuzione del "Nessun Dorma" guadagna applausi a scena aperta.
Sempre attento il direttore Jordi Bernàcer: sotto la sua guida si svolgono le sonorità orientali della partitura, per un'esecuzione notturna che si chiude nel silenzio, come la conclusione di un lungo sogno.