Molto più di un festival, da venticinque anni "I suoni delle dolomiti" porta ad alta quota artisti di fama internazionale, per esibizioni a impatto zero.
All'Alpe di Lusia la camminata è breve, ma ci pensa il palcoscenico a togliere il fiato. Di fronte alle Pale di San Martino, a duemila metri di altitudine, violino e violoncello portano echi di tradizioni lontane.
Proprio qui dove Stradivari sceglieva i legni di risonanza, il concerto non si ascolta soltanto, ma si respira.
Al termine, ognuno porta con sé i rifiuti che produce.
Molto più che spettatori, gli escursionisti diventano ascoltatori responsabili, pronti a difendere l'equilibrio tra note e ambiente.
"L'importante - dicono - è rispettare l'ambiente, rispettare la natura e lasciare le cose come si trovano".
All'Alpe di Lusia la camminata è breve, ma ci pensa il palcoscenico a togliere il fiato. Di fronte alle Pale di San Martino, a duemila metri di altitudine, violino e violoncello portano echi di tradizioni lontane.
Proprio qui dove Stradivari sceglieva i legni di risonanza, il concerto non si ascolta soltanto, ma si respira.
Al termine, ognuno porta con sé i rifiuti che produce.
Molto più che spettatori, gli escursionisti diventano ascoltatori responsabili, pronti a difendere l'equilibrio tra note e ambiente.
"L'importante - dicono - è rispettare l'ambiente, rispettare la natura e lasciare le cose come si trovano".