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MONDO

Nuovo governo prossima settimana

Afghanistan, riapre l'aeroporto di Kabul. Va avanti la lotta nel Panshir

Donne manifestano a Kabul, fermate con gas lacrimogeni

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I talebani hanno posticipato ancora una volta l'annuncio del nuovo governo, previsto inizialmente per venerdì. Non ci sarà alcun annuncio nella giornata di sabato sul futuro governo. Lo ha riferito il portavoce Zabiullah Mujahid, citato dai media ì internazionali. I talebani potrebbero aver deciso di rimandare per la situazione nella valle del Panshir. E' la seconda volta che viene rinviato da quando i combattenti hanno preso il controllo di Kabul il 15 agosto.

Intanto, a Kabul, dove è stato riaperto l'aeroporto, è arrivato il capo dell'intelligence pakistana, Faiz Hameed, per un confronto con i talebani.

I talebani hanno festeggiano la conquista della regione ribelle del Panshir, anche se il capo della resistenza Massoud ha affermato: "Non rinunceremo mai a lottare". 

Le donne continuano a scendere in piazza, sfidando i talebani perché chiedono di lavorare e di partecipare alla vita politica.

L'ambasciatore del Qatar: riaperto l'aeroporto di Kabul
Una squadra di tecnici è riuscita a riaprire l'aeroporto di Kabul, che è quindi pronto per sbarcare aiuti e per i voli per trasportare i civili: lo ha dichiarato l'ambasciatore del Qatar in Afghanistan, citato dall'emittente qatariota Al Jazeera.

Il diplomatico ha detto che la pista di atterraggio è stata riparata in collaborazione con le autorità talebane.   Ieri sono ripresi i voli interno in Afghanistan e l'Onu ha ricominciato a inviare aiuti umanitari attraverso l'aeroporto di Mazar-i-Sharif al nord e di Kandahar al sud. 

I talebani raggiungono centro Emergency nel Panshir
Nella notte di sabato 4 settembre, le forze talebane si sono spinte dentro la valle del Panshir, raggiungendo il villaggio di Anabah, dove si trovano il centro chirurgico e pediatrico e il centro di maternità di Emergency.Lo rende noto in un comunicato la stessa organizzazione, che precisa: "Al momento, l'attività dell'ospedale non ha subito interferenze e continua normalmente. Finora abbiamo ricevuto un numero esiguo di feriti, ma non comunichiamo i dati esatti né la provenienza dei pazienti per evitare possibili rischi di strumentalizzazione". 

Massoud: lotta a talebani va avanti in Panshir
Il capo della resistenza afghana contro i talebani, Ahmad Massoud, era tornato con un messaggio su Facebook dopo che ieri era circolata la notizia di una sua fuga in Tagikistan.

"Non rinunceremo mai alla lotta per la libertà e per la giustizia", ha scritto il figlio del leggendario 'Leone del Panshir', il generale Massoud.

"La lotta in Panjshir e ad Herat, con le nostre coraggiose sorelle, dimostra che il popolo non ha rinunciato a rivendicare i suoi diritti e non teme alcuna minaccia", ha incalzato, secondo quanto riportato da Tolo news.

I talebani: non abbiamo bisogno degli Usa contro terrorismo
I talebani hanno dichiarato di "non aver bisogno degli Stati Uniti o di altri nella lotta al terrorismo" pochi giorni dopo che dal Pentagono era stata ventilata l'ipotesi di una collaborazione contro l'Isis-K.

"Siamo pienamente preparati a garantire la sicurezza dell'Afghanistan. Non abbiamo bisogno della cooperazione degli Stati Uniti o di nessun altro Paese in questo senso", ha detto Inamullah Samangani, membro della commissione culturale dei talebani, secondo quanto riportato a Tolo news.

Donne manifestano a Kabul, fermate con gas lacrimogeni  e spari
Un gruppo di donne e attiviste afgane è sceso nuovamente nelle strade di Kabul per chiedere l'inclusione nel futuro governo dei talebani e il rispetto dei propri diritti. La manifestazione nella capitale afghana è avvenuta dopo che sullo stesso tema si erano già registrate proteste nella città di Herat e nella stessa Kabul, mentre gli insorti continuano a lavorare alla formazione del loro esecutivo, nel quale però, hanno anticipato, le donne "non potranno" avere ruoli di rilievo.

In questa occasione la manifestazione si è conclusa con una serie di scontri, dopo che i talebani hanno fatto ricorso ai gas lacrimogeni per impedire l'avanzata del corteo di donne, secondo quanto riferisce l'emittente afghana Tolo News. 

Le forze speciali talebane hanno sparato in aria, mettendo bruscamente fine  ad una nuova marcia di protesta delle donne nella capitale afghana. Il corteo, il secondo in due giorni a Kabul, è iniziato pacificamente. I manifestanti hanno deposto una corona di fiori davanti al ministero della Difesa per onorare i soldati afgani morti combattendo prima di marciare verso il palazzo presidenziale. "Siamo qui per avere il rispetto dei diritti umani in Afghanistan", ha detto la manifestante ventenne Maryam Naiby, "Amo il mio Paese. Io sarò sempre qui".

Mentre le grida dei manifestanti si facevano più forti, diversi funzionari talebani si sono fatti strada tra la folla. Affiancata da altri manifestanti, Sudaba Kabiri, una studentessa universitaria di 24 anni, ha detto a un talebano che il profeta dell'Islam ha dato diritti alle donne e che loro li volevano. Il funzionario talebano ha promesso che alle donne sarebbero stati concessi i loro diritti, ma le donne, tutte poco più che ventenni, si sono mostrate scettiche. Quando i manifestanti hanno raggiunto il palazzo presidenziale, le forze speciali dei talebani si sono imbattute nella folla, sparando in aria e facendo fuggire i manifestanti. Kabiri, che ha parlato con l'Associated Press, ha detto che hanno anche sparato gas lacrimogeni.

Donne e attiviste hanno insistito sul fatto che il loro ruolo nel nuovo governo dovrà essere significativo. I talebani hanno promesso che le donne non perderanno i lor diritti, o almeno non regrediranno all'irrilevanza che avevano nel 2001, durante la precedente esperienza del cosiddetto Emirato Islamico. Tuttavia, gli insorti hanno chiarito che la sharia, legge islamica, sarà una 'linea rossa' dalla quale non intendono allontanarsi.

Anche la comunità internazionale, guidata dalle Nazioni Unite, ha chiesto il rispetto dei diritti delle donne. La direttrice esecutiva delle Nazioni Unite per le donne Pramila Patten ha avvertito questa settimana che l'incorporazione delle donne nella futura amministrazione sarà una "cartina di tornasole" per verificare il vero nimpegno dei talebani per i diritti e le libertà.

Cancellato murale  a Kabul
I murales dipinti dagli artisti afghani negli ultimi vent'anni stanno lentamente scomparendo dalle strade di Kabul. 

Un iconico murale realizzato a Kabul dal collettivo di artisti ArtLords dopo gli accordi di Doha è stato cancellato dai talebani. Lo ha denunciato su Twitter uno degli autori, Omaid H. Sharifi, che ha lasciato l'Afghanistan con la sua famiglia nei giorni scorsi. 

   "Hanno cominciato. I talebani hanno cominciato a dipingere sopra i nostri murales. Hanno cominciato con quello storico che ha segnato la firma degli accordi di Doha. Il murale Baradar Khalilzad non c'è più. Al suo posto una scritta in bianco e nero che dice 'Non ti fidare della propaganda del nemico', una citazione del mullah Haibatullah", ha scritto l'artista pubblicando una foto dell'opera com'era accanto all'immagine del muro dopo il passaggio dei talebani.

L'opera, diventata una delle immagini simbolo degli accordi del febbraio 2020, ritraeva l'inviato speciale di Trump per l'Afghanistan, Zalmay Khalilzad, che tende la mano al mullah Abdul Ghani Baradar.