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MONDO

Il presidente turco Erdogan ha lanciato il sasso

Belgio. Il rilascio di Ibrahim Bakraoui: attendiamo risposte da Bruxelles

In queste ore, il Belgio è visto dalla stampa internazionale come il Paese che ha rimandato in libertà, dietro cauzione, una bomba umana. Come è potuto accadere?

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Ibrahim Bakraoui

Il presidente Recep Tayyip turco Erdogan ieri ha lanciato la sua bomba politica: ha detto che uno dei principali sospettati degli attentati di Bruxelles, Ibrahim El Bakraoui, è stato espulso dal confine turco-siriano verso il Belgio nell'estate del 2015. Che avrebbe informato le autorità belghe, ma che queste lo avrebbero rilasciato "per mancanza di prove". A Bruxelles, da ieri sera, imperversa così una bufera politica che potrebbe far cadere qualche pezzo del governo. Il ministro dell'Interno stamane ha presentato le sue dimissioni (respinte dal premier Michel) per "le falle nella sicurezza". Ci ha poi provato quello della Giustizia. Respinte anche le sue.

In queste ore, il Belgio è visto dalla stampa internazionale come il Paese che ha rimandato in libertà, dietro cauzione, una bomba umana. Il Belgio. Che ha lasciato in circolazione un uomo già condannato per rapina, rientrato nel paese dopo un viaggio in Siria. Segnalato dalla Turchia come potenziale terrorista.

Due accordi tra il Belgio e la Turchia
Ci sarebbero due accordi di cooperazione tra Bruxelles e Ankara, uno dei quali, da quanto si apprende, firmato il 22 gennaio del 2013. Nel duplice accordo, il governo belga auspicava che la Turchia desse una mano a tenere alto il controllo su eventuali foreign fighters di origini belghe diretti in Siria attraverso il confine turco. Nell'aprile del 2015, un deputato chiedeva al ministro dell'Interno belga se quell'accordo fosse in essere. La risposta fu che, per colpa della Turchia, non era mai diventato operativo. 

Tre mesi più tardi...
Erdogan ha dichiarato ieri di aver informato il Belgio dell'espulsione di Ibrahim el Bakraoui con un fax del 14 Luglio 2015. In realtà, non è chiaro se l'espulsione fosse verso l'Olanda o verso il Belgio. Ma, certo, l'episodio si è verificato tre mesi dopo la risposta del ministro dell'Interno al deputato che chiedeva lumi sull'accordo. Pertanto: o Erdogan mente; oppure quell'accordo è entrato in funzione proprio in concomitanza col caso Bakraoui e il Belgio (drammaticamente e in modo del tutto superficiale) non ha colto l'opportunità. Che informazioni aveva Bruxelles? E perché Ibrahim non è stato messo in carcere dopo il suo passaggio in Turchia? A queste domande possono rispondere solo il ministro dell'Interno e quello della Giustizia. Anche se non si tratta di polemica politica, ma di un dibattito democratico di interesse pubblico. Sacrosanto.