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ECONOMIA

Mercati azionari

La Svizzera sgancia il franco dall'euro. Zurigo sprofonda, rally del franco, moneta unica ai minimi

La Banca centrale Svizzera: "Era ormai inutile mantenere il tetto" fissato al cambio del franco contro l'euro a 1,2 e "abbiamo concluso che è meglio uscire ora che tra 6 o 12 mesi quando il quadro potrebbe essere più difficile ovunque"

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Borsa - immagine archivio (ansa)
La Banca centrale svizzera ha deciso di cancellare il tetto fissato al cambio del franco contro l'euro a 1,2. Immediate le reazioni sui mercati internazionali. Con la caduta della Borsa di Zurigo, euro ai minimi e il rally del franco. Crollano i grandi esportatori.

Per frenare un'eccessivo rialzo del franco, la banca centrale svizzera, insieme all'eliminazione del tetto, ha deciso di tagliare i tassi, riducendo di mezzo punto percentuale il tasso di sconto a -0,75% e abbassando allo stesso modo la forchetta del tasso Libor che adesso oscilla tra -1,25% e -0,25%.

Il peggior tonfo degli ultimi 25 anni
La Borsa svizzera ha chiuso con il peggior tonfo degli ultimi 25 anni e un crollo del Swiss Market Index di Zurigo dell'8,67%, dopo la decisione della Banca centrale. I cali maggiori hanno colpito i titoli più legati all'export, con Swatch in calo del 16,35%, Cie. Financiere Richemont del 15,5%.

Il tetto deciso nel 2011
La Snb, la banca centrale svizzera, aveva preso nel 2011 la decisione di introdurre il plafond di 1,20 franchi sull'euro, per proteggere l'export e per fermare la supervalutazione del franco, diventato, nel bel mezzo della crisi finanziaria, un
bene rifugio per milioni di investitori.

La Svizzera, con l'euro che rischiava di esplodere, era diventata un porto sicuro, ma le autorità elvetiche hanno dovuto correre ai ripari per evitare che il superfranco soffocasse l'economia. Di qui la decisione di introdurre il plafond, una scelta che gli svizzeri in questi anni hanno sempre confermato, al punto che un mese fa la banca centrale si è detta pronta a difendere con "la massima determinazione" il tetto sui cambi. Oggi però, il cambio di rotta.

Le autorità elvetiche: il franco svizzero era a rischio, meglio uscire ora
La banca centrale elvetica ha ricordato che la misura del 2011 era stata presa in circostanze "eccezionali" e che ora la situazione è cambiata. L'economia svizzera si è rafforzata e il deprezzamento dell'euro sul dollaro avrebbe rischiato di indebolire troppo il franco. Per cui si è preferito sganciarlo dall'euro, eliminando il tetto.

"Era ormai inutile mantenere il tetto" fissato al cambio del franco contro l'euro a 1,2 e "abbiamo concluso che è meglio uscire ora che tra 6 o 12 mesi quando il quadro potrebbe essere più difficile ovunque", ha detto il presidente della Banca Centrale Elvetica, Thomas Jordan, a Zurigo - riferisce Bloomberg -, aggiungendo che "la decisione presa non è dovuta al panico ma è stata valutata con attenzione, non era più sostenibile mantenere il tetto".

Gli analisti: una decisione presa in vista delle decisioni della Bce
La decisione della Banca centrale Svizzera risponderebbe - secondo gli analisti - alla necessità di evitare un eventuale fallimento della difesa del floor, ossia della soglia a 1,20 nel cambio tra euro e franco svizzero, in occasione delle mosse della Banca Centrale Europea la settimana prossima. Dalla Bce si attende il lancio del cosiddetto quantitative easing, ossia l'acquisto di titoli pubblici. Per gli analisti di Ig Forex. "Il sentore che la Snb non sarebbe stata in grado più di difendere il floor era emerso già la scorsa settimana - si legge - quando si era diffusa la notizia del nuovo record in valuta estera raggiunto dalla Banca centrale (quasi 500 miliardi di dollari).

Le vendite di franchi svizzeri sul mercato da parte della Banca centrale degli ultimi mesi hanno incrementato il livello delle riserve in dollari ed euro, a scapito della valuta nazionale. "Il mercato, però, non si aspettava una simile decisione, almeno questa settimana. Crediamo, infatti, che la Snb abbia deciso di anticipare un eventuale fallimento nella difesa del floor che sarebbe potuto accadere il 22 gennaio, quando la Bce avrebbe annunciato il nuovo piano. Difatti, proprio la mossa di oggi della SNB potrebbe avvalorare la tesi di un intervento della Banca centrale europea la prossima settimana. Si è trattato, quindi, solo di una questione di tempo".

Crollano i grandi esportatori
Sulla piazza svizzera, dopo la decisione della Banca centrale sono crollati grandi esportatori come Swatch (-16,5%), Richemont (che produce i gioielli Cartier) del 15,7%, Credit Suisse del 13%, il farmaceutico Roche del 12%, Ubs dell'11,6%, il cementiero Holcim del 13,2%.

Ubs: "Grave impatto sull'economia"
La decisione di rimuovere il tetto al cambio tra franco ed euro da parte della banca centrale Svizzera avrà un "grande" impatto negativo sull'economia del Paese. Lo ha affermato, secondo quanto riporta Bloomberg, il Global Chief Investment di Ubs, Mark Haefele, secondo cui la decisione è arrivata "completamente a sorpresa" e i mercati resteranno "estremamente volatili" nel breve periodo.

L'ad di Swatch: "Non ho parole"
Tonfo di Swatch sulla Borsa di Zurigo, dove ha ceduto del 15% a 393,2 franchi svizzeri. "Non ho parole": questo il commento rilasciato dall'amministratore delegato del produttore di orologi svizzero, Nick Hayek, in merito alla decisione della Banca centrale svizzera di abbandonare il tetto del cambio tra franco e euro, come riportato da Bloomberg. Hayek parla di uno tsunami per l'industria dell'export, per il turismo e per l'intero Paese.

Crolla Zurigo, bene Milano
La borsa di Zurigo chiude a  - 8,67% trascinata al ribasso dalle grandi compagnie esportatrici e bancarie, penalizzate da un franco rafforzato. La valuta svizzera, finita in mattinata addirittura a quota 0,86 nel cambio con l'Euro ha chiuso la giornata a 1,044 con un rialzo intorno al 15%. Ottima invece la giornata nel resto d'Europa con Milano a + 2,36%.

L' Euro sfonda i minimi da 11 anni
La moneta unica, ferma da tempo sulla soglia di 1,20 franchi, è scesa fino a 0,85 registrando un ribasso del 30 per cento. L' euro ha sfondato i minimi da oltre undici anni nel cross con il dollaro. La moneta unica è piombata fino a 1,1575 dollari, un livello che non si vedeva da novembre 2003 per poi risalire attorno a 1,1680 dollari.