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MONDO

Il terzo voto potrebbe avvenire venerdì

Brexit, May annuncia dimissioni se il suo accordo con Ue sarà approvato

Si è concluso ai Comuni il voto sulle otto opzioni sulla Brexit selezionate come alternativa all'accordo negoziato da May, i risultati sono attesi nella tarda serata. Secondo la Bbc, 25 Tory hanno cambiato idea e sosterranno l'accordo per la Brexit. La leader degli Unionisti: "non possiamo sostenere un accordo che costituisce una minaccia per l'integrità del Regno Unito".

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La Camera dei Comuni ha approvato una modifica della data della Brexit nella legge britannica, con 441 voti a favore e 105 contrari. Rimuovendo la data iniziale del 29 marzo, per la quale Theresa May
aveva già ottenuto un rinvio dai partner Ue, la modifica prevede una Brexit il 22 maggio se il Parlamento approverà entro questa settimana l'accordo di May oppure il 12 aprile se l'accordo non verrà approvato.


Potrebbe avvenire venerdi' il terzo voto sul piano Brexit concordato dalla premier Theresa May con Bruxelles. Il ministro per la Brexit, Stephen Barclay, ha riservato una sessione parlamentare per quel giorno, quando normalmente non c'e' attivita', il che fa pensare che il governo potrebbe presentare il piano ai Comuni proprio venerdi' per la terza volta.

Nel tentativo di guadagnare il sostegno dei Brexiteer ribelli, la premier  ha annunciato che si dimettera' una volta che il suo accordo sara' approvato. Sulla strada del terzo voto resta pero' un'incognita, lo
speaker della Camera, John Bercow,  ha ribadito alla premier che il suo accordo con Bruxelles potra' essere rimesso ai voti solo con modifiche sostanziali. Bercow e' stato piu' volte accusato di essere un 'remainer' e di voler far naufragare la Brexit. May in realta' ritiene che gia' la proroga dell'uscita e i chiarimenti sul 'backstop' ottenuti a Bruxelles durante l'ultimo Consiglio Ue siano una novita'. Bercow ha detto che sara' lui solo a decidere se il cambiamento e' sufficiente e si prevede che lo annunci la sera prima del voto, quindi nel caso giovedì sera. 

Le otto opzioni
Si è concluso intanto  alla Camera dei Comuni il voto dei deputati britannici sulle otto opzioni sulla Brexit selezionate come alternativa all'accordo negoziato da Theresa May. Il voto si è svolto dalle 20 alle 20.30 circa ora italiana (dalle 19 alle 19.30 ora locale). Venticinque Tory hanno dichiarato di aver cambiato idea e ora sosterranno l'accordo per la Brexit di Theresa May dopo che la premier ha offerto le dimissioni. Lo riferisce la giornalista della Bbc Laura Kuenssberg. 

Il DUP, il partito unionista nordirlandese, conferma il no all'accordo sulla Brexit raggiunto dalla premier Theresa May con l'Unione Europea.  Arlene Foster, leader del DUP, ha ribadito che il
partito "non può sostenere un accordo che costituisce una minaccia per l'integrità del Regno Unito".

Le due scadenze Ue
Ottenendo dall'Ue il rinvio della data di divorzio dal 29 marzo (i deputati dovranno anche cambiare ufficialmente questa data dal testo di legge che la contiene), Bruxelles ha fissato per May due scadenze: se riuscirà a far approvare il suo accordo in Parlamento, la Brexit avverrà il 22 maggio; se invece non ci riuscirà, Londra avrà fino al 12 aprile per presentare un'alternativa e chiedere un nuovo rinvio, che implicherebbe la partecipazione alle elezioni europee di maggio. Oppure, ci sarà un'uscita senza accordo, cioè si concretizzerebbe lo scenario di no deal.

May: pronta a lasciare
La premier britannica Theresa May ha annunciato  ai deputati conservatori che si dimetterà se il suo accordo di divorzio dall'Ue sarà approvato.  È il suo ultimo disperato tentativo di ottenere il via libera al suo piano, già bocciato due volte. May ha annunciato in una riunione del Comitato 1922 (parte del gruppo parlamentare conservatore) che non intende rimanere in carica come primo ministro per la prossima fase dei negoziati sulla Brexit.

"Sono pronta a lasciare questo incarico prima di quanto intendessi, pur di fare ciò che è giusto per il nostro paese e il nostro partito", ha spiegato. "Chiedo a tutti in questa stanza di sostenere l'accordo in modo da poter completare il nostro dovere storico: dare seguito alla decisione del popolo britannico e lasciare l'Unione europea con un'uscita regolare e ordinata", ha aggiunto May.

"Questo è stato un periodo di test per il nostro paese e il nostro partito. Siamo quasi arrivati. Siamo quasi pronti per iniziare un nuovo capitolo e costruire un futuro più luminoso", ha detto May ai parlamentari Tory, secondo il testo diffuso da Downing Street. "Ma prima che si possa fare, dobbiamo finire il lavoro che abbiamo in mano", ha commentato ancora.

May ha spiegato di avere "sentito molto chiaramente l'umore dei parlamentari del partito". "So che c'è il desiderio di un nuovo approccio - e di una nuova leadership - nella seconda fase dei negoziati sulla Brexit - e non voglio ostacolarlo", ha precisato May. "So che alcune persone sono preoccupate per il fatto che se si vota in favore dell'accordo sul ritiro, io userò questa circostanza come mandato per guidare la seconda fase" del negoziato.  Senza prima dare spazio al dibattito che è necessario avere. Non è questo che voglio ...e ho ascoltato cosa dicono i colleghi". La May ha concluso il suo discorso rivolgendo ancora una volta un appello a votare a favore dell'accordo da lei negoziato con Bruxelles. 

Si confermano dunque le anticipazioni della mattinata: la May offre le sue dimissioni in cambio di una approvazione al terzo voto dell'accordo da lei negoziato con Bruxelles. Una volta ottenuta la vittoria con il via libera parlamentare al suo accordo, è dunque pronta a cedere il passo. A questo proposito i parlamentari conservatori hanno ricevuto indicazione di liberare le loro agende per venerdi in modo da poter essere pronti a essere presenti in parlamento per il terzo voto.

Boris Johnson cambia idea: voterà a favore dell'accordo
L'ex ministro degli esteri, Boris Johnson, ha dichiarato che voterà a favore dell'accordo di Theresa May dopo che la premier ha promesso di dimettersi una volta che sarà approvato. Johnson, che è dato tra i più probabili candidati alla guida del partito Tory, è stato uno dei più strenui oppositori dell'intesa che una volta definì "giubbotto esplosivo". 

Otto proposte parlamentari ammesse dallo speaker Berkow
Sono ben 8 le proposte parlamentari sulla Brexit alternative all'accordo di Theresa May ammesse dallo speaker John Bercow al voto indicativo ai Comuni. Sono state scelte tra le 16 presentate. Una varietà che rischia di produrre "confusione" e "tempi lunghi" secondo Norman Smith, della Bbc, e che comprende opzioni di Brexit più soft (con permanenza nell'unione doganale o nel mercato unico); più hard (modello 'Trattato di libero scambio col Canada' o con uscita no deal 'gestita'); ma anche di un secondo referendum o di revoca del divorzio da Bruxelles.

Ecco le otto alternative all'accordo Brexit:
- No Deal: prevede di lasciare l'Ue il 12 aprile senza un accordo.

- Mercato comune 2.0: il governo aderisce allo Spazio economico europeo attraverso l'Associazione europea di libero scambio e negozia un'unione doganale temporanea fino a quando non si troveranno accordi alternativi.

- EFTA e SEE: il Regno unito resta nello Spazio economico europeo e chiede di ricongiungersi all'Associazione europea di libero scambio. Rifiuta di formare un'unione doganale ma cerca "un accordo su nuovi protocolli relativi al confine con l'Irlanda del Nord e al commercio agroalimentare".

- Unione doganale: Prevede di rafforzare l'obiettivo di formare un'unione doganale nella legislazione primaria.
- Piano alternativo del Partito laburista: Negozia le modifiche all'accordo sulla Brexit e la dichiarazione politica per garantire la posizione dei Labour e tramutare questi obiettivi in legge.

- Revoca per evitare un no deal: Se l'accordo per il ritiro non sarà approvato prima della deadline, il governo chiederà ai parlamentari di approvare l'uscita senza accordo. E se questa non dovesse passare, il governo revocherà l'articolo 50.

- Voto pubblico confirmatorio: Il governo non può attuare o ratificare l'accordo di ritiro e la dichiarazione politica a meno che e fino a quando non siano stati approvati in un referendum.

- Accordi preferenziali contingenti: il Regno Unito versa i propri contributi all'Ue alla fine del 2020 e concorda con l'Ue un periodo di due anni in cui le merci del Regno Unito hanno pieno accesso all'Unione europea. 

Governo respinge petizione per revoca articolo 50
 "Revocare l'articolo 50, e quindi rimanere nell'Unione Europea, minerebbe sia la nostra democrazia che la fiducia che milioni di elettori hanno messo nel governo". Così il dipartimento per la Brexit del governo di Theresa May ha respinto la petizione in cui si chiede la revoca dell'articolo 50, che ha raccolto oltre 5,8 milioni di firme, battendo tutti i precedenti record di adesione ad iniziative popolari.