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ITALIA

Le nomine in Campidoglio

Roma, caso Marra: due chat smentiscono Di Maio. Scrisse a Raggi: "E' un servitore dello Stato"

Il quotidiano Repubblica ricostruisce oggi il ruolo avuto dal vice presidente della Camera nella nomina del fedelissimo di Virginia Raggi: "E' uno dei miei". Una versione molto diversa rispetto a quanto dichiarato domenica da Lucia Annunziata a 'In mezz'ora'

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Si aggiungono nuovi elementi al caso Raffaele Marra, l’ex capo del personale del Comune di Roma in carcere a Regina Coeli perché accusato di corruzione.

E’ Repubblica, oggi, a rivelare che il ruolo di Luigi Di Maio nella nomina del fedelissimo di Virginia Raggi fu altro rispetto a quanto affermato finora dal vicepresidente della Camera. Domenica scorsa, ospite di Lucia Annunziata a “In mezz’ora”, Di Maio ha raccontato che nel luglio del 2016 incontrò Marra nei suoi uffici a Montecitorio per “cacciarlo”. Nel video che segue, il momento in cui fa questa dichiarazione. 




Repubblica è in grado di documentare che così non è andata. Come non è vero che fu la sindaca Raggi a impedirne l’allontanamento.

Il 10 agosto 2016, scrive il quotidiano, nei giorni dello scontro interno al minidirettorio che chiedeva la sua testa (al centro della polemica, un’altra vicenda assai controversa, quella dell’allora assessore all’Ambiente Paola Muraro), Di Maio sollecitò Marra a resistere perché “servitore dello Stato”. Le prove della falsità della ricostruzione di Di Maio sono in due chat datate 10 agosto 2016 e rintracciate nello smartphone di Marra, il cui interrogatorio, previsto ieri, è stato rinviato a conclusione delle indagini che lo vedono indagato insieme a Virginia Raggi per abuso d’ufficio. "Parlerà, parlerà di tutto, perché ha intenzione di farlo e non ha cambiato idea" ha commentato il suo legale, Francesco Sacchi, confermando l’esistenza di queste chat, "ma solo quando sarà messo in condizione di conoscere con esattezza il materiale istruttorio raccolto dalla Procura".

Le due chat. Mercoledì 10 agosto 2016: in Campidoglio è prevista la votazione della mozione di sfiducia di Paola Muraro, sulla quale pesa l’ombra di una mala gestione della raccolta rifiuti a Roma. Non solo. E’ il giorno in cui si consuma la resa dei conti all’interno del minidirettorio M5S, aperta dalle nomine con cui la Raggi ha definito il ruolo del suo cerchio magico: Salvatore Romeo capo della segreteria, Daniele Frongia vicesindaco, Raffaele Marra vicecapo di gabinetto. Su Raffaele Marra è già puntata l’attenzione dell’ala lombardiana del minidirettorio 5S che da settimane chiede il suo allontanamento dalla stanza dei bottoni del Campidoglio. Dopo le 13 di quel mercoledì mattina, Marra entra in chat e scrive a Raggi (il cui nickname è ‘Mio Sindaco’) un lungo messaggio di sfogo. Un messaggio oggi cruciale per comprendere i rapporti di forza di quel momento all’interno del ‘cerchio magico’. Utile, soprattutto, a documentare il ruolo politico di copertura avuto da Di Maio. Repubblica riporta il testo di quel messaggio.

"Vorrei anche ricordarti- Scrive Marra alla Raggi- che ho manifestato la mia disponibilità a riprendere l'aspettativa fin dal giorno in cui ho incontrato il vice presidente Di Maio a cui manifestai la mia disponibilità a presentare l'istanza qualora non fossi stato in grado di convincerlo, carte alla mano, sulla mia assoluta correttezza morale e professionale. L'incontro, come sai, andò molto bene, tanto che lui mi disse di farmi dare da te i suoi numeri personali. Cosa che per correttezza non ho mai fatto. Pensavo che quell'incontro potesse rappresentare un punto di svolta. Evidentemente mi sbagliavo". L'incontro del 6 luglio tra Marra e Di Maio, dunque, non fu l’occasione, come ha raccontato dalla Annunziata, in cui il vice presidente della Camera parlò di licenziamento. Marra millanta? No. Almeno stando alla seconda chat resa nota da Repubblica. Sempre mercoledì 10 agosto, alle 15 e 48 circa la sindaca Raggi tranquillizza Marra girandogli un sms ricevuto proprio da Di Maio, che così recita: "Quanto alle ragioni di Marra, lui non si senta umiliato. E' un servitore dello Stato. Sui miei, il Movimento fa accertamenti ogni mese. L'importante è non trovare nulla".