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ECONOMIA

Dopo il Jobs Act

Confindustria, Squinzi: "Servono regole nuove della contrattazione collettiva"

Il numero uno di viale dell'Astronomia ha esortato il governo a "non abbassare la guardia" perché una svolta vera sul fronte dell'uscita dalla crisi economica non c'è ancora stata e gli obiettivi sono ancora da raggiungere. Secondo Squinzi, "solo con gli investimenti l'Italia e l'Europa potranno finalmente ricominciare a crescere a ritmi sostenuti"

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Giorgio Squinzi
Dopo il Jobs Act che va "nella direzione giusta," Confindustria apre il dossier contratti. "Adesso tocca a noi innovare l'organizzazione del lavoro interna alle nostre imprese. Per questo servono anche regole radicalmente nuove della contrattazione collettiva", ha detto Giorgio Squinzi all'assemblea privata di Confindustria.

Il numero uno di viale dell'Astronomia, ha lanciato un appello ai sindacati per "realizzare un progresso nella storia delle relazioni industriali", rivedendo il modello contrattuale "per assicurare la certezza dei costi, la non sovrapponibilità dei livelli di contrattazione e legare strettamente retribuzioni e produttività".

Secondo quanto si apprende, Squinzi ha inoltre esortato il governo a "non abbassare la guardia" perché una svolta vera sul fronte dell'uscita dalla crisi economica non c'è ancora stata e gli obiettivi sono ancora da raggiungere. Secondo il numero uno di viale dell'Astronomia, "solo con gli investimenti l'Italia e l'Europa potranno finalmente ricominciare a crescere a ritmi sostenuti".

Il presidente di Confindustria chiede poi di completare la restituzione dei debiti della P.A. alle imprese e la decontribuzione per i nuovi assunti. Secondo quanto si apprende, Squinzi ha detto che "i 56 miliardi di euro stanziati dal Governo e quasi 40 miliardi di debiti scaduti già pagati dalle pubbliche amministrazioni sono un'operazione massiccia di restituzione di risorse alle nostre imprese, che per anni hanno finanziato surrettiziamente il settore pubblico. Un'operazione che va ora necessariamente completata - ha aggiunto - e su questo stiamo lavorando - estendendola a quei debiti commerciali non inclusi nel decreto del 2013".

Squinzi ha poi detto che i "5,6 miliardi di taglio dell'Irap - che si aggiungono ai quasi 2 varati dai governi precedenti e che vanno a ridurre un cuneo fiscale abnorme che grava sul costo del lavoro pagato dalle imprese italiane sono un impegno che ha portato alla eliminazione del costo del lavoro dalla base imponibile Irap". Il miliardo e seicento milioni di decontribuzione per i neo assunti a tempo indeterminato per il 2015 "che si aggiungono al miliardo di riduzione dei premi Inail disposto lo scorso anno - ha concluso - sono un importante intervento sugli oneri sociali, che dovà essere rafforzato e reso strutturale".