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ITALIA

Nuova protesta

Continua presidio di abitanti di Casal Bruciato contro i rom: "Tutti impiccati", "ti stupro"

Continua il presidio degli abitanti di Casal Bruciato, alla periferia  di Roma, contro l'assegnazione di una casa popolare a un nucleo di 14 nomadi. Alcuni residenti di via Sebastiano Satta sono scesi in strada da ieri, assieme a militanti di Casapound, per protestare contro l'ingresso dei nomadi nell'abitazione. Offese, urla, insulti contro i rom e tensioni con la polizia in assetto antisommossa

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Militanti con bandiere durante un corteo di Casapound a Casal Bruciato (foto d'archivio Ansa)
"Li vogliamo vedere tutti impiccati, bruciati". A dirlo alcune donne radunate nel cortile condominiale di via Satta a Casal Bruciato a Roma dove da ieri è scoppiata una nuova protesta contro i nomadi.

"A mio nipote quando aveva 11 anni gli hanno puntato un coltello alla gola per rubargli un euro" racconta una residente. "Richiamiamo Mussolini che è morto?", dice un'altra ironicamente. "Magari" rispondono altri in coro. "Abbiamo paura - dicono altri - qui i nomadi non devono venire. Hanno una brutta fama, non li vogliamo". Tra loro soprattutto anziani."Abito qui dal '66  - dice una - sono tra i tanti alluvionati di Prima Porta del '65. Già dal 2010 ho dato l'acconto per acquistare la casa. Tanti sacrifici per una casa e poi ci troviamo in queste condizioni". "Nessuno li vuole perché devono venire qui? - continuano - sfasciano tutto e rubano. Un mesetto fa di pomeriggio stavo tornando a casa e mi si è avvicinata una donna con la scusa di un indirizzo e sentivo un odore forte. Secondo me voleva stordirmi".

Tensioni intanto per strada, a via Satta. Davanti al palazzo dove è stata assegnata la casa popolare ai nomadi sono arrivati alcuni manifestati dei movimenti sventolando bandiere dell'Asia Usb. "Siete nemici del popolo vergogna", urlano al loro indirizzo i militanti di Casapound e alcuni abitanti. "Violentatori, ridicoli" rispondono gli altri. Al centro dei due gruppi due cordoni delle forze dell'ordine in tenuta antisommossa.

Oggi è in programma un'assemblea pubblica e domani una manifestazione. Intanto una madre e una bambina della famiglia nomade sono entrate nel palazzo scortate dalle forze dell'ordine dall'ingresso laterale di via Satta. "Dovete andare via", ha urlato qualcuno tra i manifestanti. Subito dopo le forze dell'ordine hanno chiuso gli accessi al palazzo e non hanno consentito di entrare neanche agli abitanti. "E' una vergogna", dicono alcuni inquilini. "Aprite -dice un altro- così non mi fate andare a casa dai miei figli che sono soli". "Ti stupro". E' una delle frasi urlate da un uomo al passaggio della nomade con la bambina. Al loro arrivo si è creato un vero e proprio parapiglia con insulti all'indirizzo dei nomadi da parte degli abitanti. Le forze del'ordine in assetto antisommossa presidiano il palazzo.