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EUROPA

Oggi e domani il vertice a Bruxelles

Orban: non ritiro legge su omosessualità. Rutte: "Ungheria fuori dall'Ue". Il caso al Consiglio Ue

Il caso Ungheria riguarda la legge che limita l'accesso dei giovani alle informazioni Lgbtq+, definita "una vergogna" da von der Leyen. Draghi a Orban: anche tu sottoscritto Trattati Ue. Spetta a Commissione stabilire se Budapest li viola

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A Bruxelles il vertice dei capi di Stato e di Governo dei Paesi dell'Unione europea. Sul tavolo del Consiglio Ue la pandemia di Covid-19, la ripresa economica, la questione migranti, oltre ai rapporti con Russia e Turchia. Ma si parlerà anche del caso Ungheria, con la controversa legge che limita l'accesso dei giovani alle informazioni su lesbiche, gay, bisessuali e trasgender (Lgbtq+), firmata ieri dal presidente János Áder e definita "una vergogna" dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Sulle relazioni Ue-Russia, i 27 si apprestano a una discussione molto approfondita sul tema e da un lato induriscono i toni di critica e di accusa nei confronti di Mosca non escludendo sanzioni aggiuntive a fronte di 'qualsiasi attività maligna, illegale e dirompente', ma dall'altro lato vogliono riaprire dei canali stabili di discussione con Putin sulla base di 'un impegno selettivo con la Russia nelle aree di interesse Ue'. Una posizione duplice e pragmatica in linea con la svolta impressa dagli Stati Uniti verso Mosca dopo l'incontro Biden-Putin. Francia e Germania premono per ripristinare relazioni stabili con Mosca, nonostante tutto: si parla della possibilità di una riunione Ue-Putin. Certo c'è l'ipotesi che prima di fine anno possa esserci un 'formato' per riavviare una relazione più strutturata. Ma diversi Stati vedono queste ipotesi negativamente: Baltici, Polonia, Svezia. E il premier olandese Rutte ha dichiarato: "Nessun problema se i due presidenti (del Consiglio europeo Michel e della Commissione von der Leyen) incontrano Putin, io però non intendo partecipare".

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è giunto nel primo nel pomeriggio. Non ha partecipato dunque alla colazione di lavoro dei membri del Consiglio europeo con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Il premier ha delegato a intervenire la cancelliera tedesca, Angela Merkel.

Nel confronto tra i leader Ue e Guterres si è discusso anche dei conflitti regionali con particolare riferimento a Sahel, Libia e Siria. Lo rendono noto fonti europee. E' stato rimarcato il sostegno globale dell'Ue all'azione delle Nazioni unite. Confronto anche su come l'Ue e l'Onu possono unire le forze per combattere insieme la pandemia di Covid-19 e per fermare il cambiamento climatico. Inoltre, la discussione si è concentrata anche su come l'Ue potrebbe rafforzare i sistemi e le istituzioni delle Nazioni unite e come essere veicolo per promuovere valori e interessi europei e globali.

Bozza Ue sui migranti, l'Italia fa inserire "l'urgenza di agire"
Nella bozza di conclusioni del vertice Ue, che riguarda "la situazione della migrazione sulle varie rotte", si riconosce la necessità in alcuni casi "di una vigilanza continua e di un'azione urgente". Proprio questo senso di "urgenza" è stato inserito su insistenza dell'Italia.   "Il Consiglio europeo ha discusso la situazione della migrazione sulle varie rotte - si legge nel documento -. Sebbene le misure adottate dall'Ue e dagli Stati membri abbiano ridotto i flussi irregolari complessivi negli ultimi anni, gli sviluppi su alcune rotte destano serie preoccupazioni e richiedono una vigilanza continua e un'azione urgente". Inoltre nella bozza si specifica l'obiettivo delle partnership e della cooperazione coni Paesi di origine e transito, finalizzata a "sostenere i rifugiati e gli sfollati nella regione, sviluppare capacità digestione della migrazione, sradicare" il traffico di esseri umani, "rafforzare il controllo delle frontiere, cooperare in materia di ricerca e soccorso, affrontare la migrazione legale nel rispetto delle competenze nazionali, e garantire il rimpatrio e la riammissione".

Sassoli: non accettabile sorte persone legate a elezioni
"È evidente che si tratta di una materia politicamente sensibile, ma non è più accettabile che la sorte delle persone sia legata alle vicende elettorali nei nostri Stati membri. Dobbiamo dare prova di concretezza e serietà e stabilire un patto di solidarietà tra noi - come abbiamo fatto di recente - ottenendo successi rispetto alle sfide economiche poste dalla pandemia". Lo ha affermato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, nel suo intervento al Consiglio. "Sappiamo che la dimensione esterna è essenziale - ha aggiunto Sassoli - e che soltanto insieme ai nostri partner potremo pensare di governare la mobilità delle persone, forzata o volontaria, nel rispetto dei loro diritti. Sappiamo però anche che la dimensione esterna da sola non basta se non sapremo darci una politica comune di immigrazione e asilo al nostro interno. Qual è la comune responsabilità davanti a questo fenomeno globale? Il Parlamento europeo sta lavorando alle misure contenute nel Patto per l'immigrazione e l'asilo e siamo pronti a negoziare in modo pragmatico e utile. Definire norme comuni per l'accoglienza delle persone allo sbarco, per il salvataggio in mare. Non possiamo rinviare a riflettere su vie regolari di immigrazione controllata, lavorare insieme su corridoi umanitari e sugli strumenti offerti dalla politica comune dei visti per tutelare chi fugge da persecuzioni e guerre e ha diritto alla protezione internazionale".

Draghi e 15 leader Ue: l'intolleranza non ha posto in Europa
"L'odio, l'intolleranza e la discriminazione non hanno posto nella nostra Unione. Ecco perché, oggi e ogni giorno, sosteniamo la diversità e l'uguaglianza Lgbti in modo che le nostre generazioni future possano crescere in un'Europa di uguaglianza e rispetto". Così Palazzo Chigi su twitter, a commento della lettera dei leader di sedici paesi europei alla presidente della commissione Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e ad Antonio Costa per il semestre di presidenza portoghese in occasione dell'International Lesbian Gay Bisexual and Transgender Pride Day del 28 giugno. 

"In occasione della celebrazione del Pride day il 28 giugno, alla luce delle minacce ai diritti fondamentali e in particolare al principio di non discriminazione in base all'orientamento sessuale, esprimiamo il nostro attaccamento ai nostri valori fondamentali comuni sanciti dall'articolo 2 del trattato dell'Unione europea", scrivono i sedici leader Ue, che tuttavia non citano esplicitamente le norme varate dall'Ungheria e ritenute discriminatorie.

Sassoli: preoccupano le iniziative legislative in Ungheria, sui diritti l'Ue dev'essere coerente
"La forza dell'Europa geopolitica - che tutti vogliamo - dipende, senza alcun dubbio, dalla nostra capacita' di renderci conto che, in un momento in cui i valori democratici sono attaccati, la nostra risposta deve essere ferma. Ma per essere forti e convincenti sulla scena internazionale, dobbiamo essere coerenti e garantire l'applicazione dello stato di diritto e dei diritti fondamentali che chiediamo agli altri di rispettare" ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo nel suo intervento. "La discriminazione, sia essa razziale, religiosa, basata sull'orientamento sessuale o altro, è incompatibile con i valori fondamentali dell'Ue. Ecco perché siamo preoccupati delle recenti iniziative legislative intraprese in Ungheria. Nessuna tradizione o altra cosiddetta specificità culturale può giustificare il mancato rispetto della dignità umana", ha aggiunto.

Macron: "Mi aspetto procedure Ue per legge Ungheria"
"I nostri valori dell'Ue si fondano sul rispetto della dignità di ciascuno, e perciò la lotta contro le discriminazioni e nessuna debolezza a questo riguardo, che mettono in pericolo lo stato di diritto". Sulla legge ungherese "avremo una discussione tra Stati membri, sarà franca, e ferma. E mi aspetto che le istituzioni Ue, a nome di tutti e dei nostri principi, mettano in atto le procedure previste". Così il presidente francese, Emmanuel Macron, arrivando al vertice Ue. "Spero che nel dialogo" di stasera con Orban "si possa trovare un cammino che gli permetta di portare avanti le sue priorità, ma rispettando i nostri valori", ha aggiunto.

Rutte: "Non c'è più posto per l'Ungheria in Ue" dopo legge Lgbtq
Il primo ministro olandese Mark Rutte ha affermato che l'Ungheria non dovrebbe far parte dell'Unione europea a causa della sua nuova legge che vieta i contenuti Lgbtq nelle scuole. "Per me, l'Ungheria non ha più posto nell'Ue", ha detto Rutte ai giornalisti poco prima di partecipare al vertice Ue a Bruxelles insieme al suo omologo ungherese. "Ma non sono l'unico a deciderlo: ce ne sono altri 26 (Paesi dell'Ue). Questo deve essere fatto passo dopo passo", ha detto.

Orban: legge omofoba? No, riguarda i diritti dei genitori
Il premier ungherese, Viktor Orban, ha difeso oggi a Bruxelles, al suo arrivo al Consiglio, la legge appena approvata dal Parlamento di Budapest, messa sotto accusa come omofoba da diversi governi dell'Ue e dalla Commissione europea. Ai giornalisti che gli chiedevano di rispondere alle accuse di voler discriminare gli omosessuali, Orban ha replicato: "Non abbiamo quel tipo di legge, abbiamo una legge che difende i diritti dei ragazzi e dei genitori", e ha detto di aver "risposto immediatamente" alle critiche degli altri governi e di von der Leyen. "E' sempre meglio leggere prima e criticare dopo, questo è l'ordine giusto delle cose", ha osservato il premier ungherese, negando che chi critica la legge l'abbia letta ("no, non lo hanno fatto", ha detto). Orban ha negato in modo deciso di voler discriminare gli omosessuali. "Io sono un combattente per i loro diritti. Sono stato - ha ricordato - un combattente per la libertà nel regime comunista, in cui l'omosessualità era punita, e ho lottato per la loro libertà e i loro diritti. Io difendo i diritti degli omosessuali".

Bielorussia, introdotti nuovi tipi di sanzioni Ue
Il Consiglio Ue ha introdotto nuove misure restrittive nei confronti del regime bielorusso per rispondere all''escalation' di gravi violazioni dei diritti umani nel Paese e alla repressione violenta della società civile, dell'opposizione democratica e dei giornalisti, nonché all'atterraggio forzato di un volo Ryanair a Minsk il 23 maggio 2021 e la relativa detenzione del giornalista Raman Pratasevich e Sofia Sapega. Le nuove sanzioni economiche includono il divieto di vendere, fornire, trasferire o esportare direttamente o indirettamente a chiunque in Bielorussia apparecchiature, tecnologie o software destinati principalmente all'uso nel monitoraggio o intercettazione di Internet e delle comunicazioni telefoniche e beni a duplice uso e tecnologie per uso militare e a determinate persone, entità o organismi in Bielorussia. Dall'ottobre 2020, la Ue ha progressivamente imposto misure restrittive nei confronti della Bielorussia in risposta alla natura fraudolenta delle elezioni presidenziali dell'agosto 2020 nel Paese e all'intimidazione e alla repressione violenta di manifestanti pacifici, membri dell'opposizione e giornalisti. Un totale di 166 persone e 15 entità sono attualmente soggette a misure restrittive, che comprendono un congelamento dei beni applicabile sia alle persone fisiche che alle entità e il divieto di viaggio per le persone.

Covid e vaccini, von der Leyen: arrivano 900 milioni di dosi entro fine anno
Entro fine anno saranno distribuite nell'Ue 900 milioni di dosi di vaccino contro il Covid-19. E' quanto risulta dai dati mostrati dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ai leader dei Ventisette. "Abbiamo fatto progressi costanti. Abbiamo superato i nostri obiettivi di consegna per il secondo trimestre ma dobbiamo accelerare ulteriormente la vaccinazione", ha spiegato von der Leyen. Secondo le previsioni, nel terzo trimestre saranno consegnati 497 milioni di dosi e 399 milioni nel quarto trimestre per un totale di 896 milioni. Finora, sono state consegnate nell'Ue 424 milioni di dosi e ne sono state somministrate 346 milioni. Il 60% della popolazione europea (220 milioni di persone) ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid.

Draghi a Orban: anche tu sottoscritto Trattati Ue
Nel corso del dibattito sulla questione delle leggi ungheresi discriminatorie per la comunità Lgbt il premier Mario Draghi ha ricordato a Viktor Orban che l'Articolo 2 del Trattato Ue è lì per un motivo: l'Europa ha una storia antica di oppressione dei diritti umani. "Guarda che questo trattato, sottoscritto anche dall'Ungheria, è lo stesso che nomina la Commissione guardiana del trattato stesso," ha detto Draghi a Orban. "Spetta alla Commissione stabilire se l'Ungheria viola o no il Trattato", ha sottolineato.