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POLITICA

Ddl Riforme, oltre 7mila emendamenti

Oltre 6mila sono stati presentati da Sel, 60 dalla minoranza Pd

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Sono oltre sette mila gli emendamenti presentati in Aula alla riforma costituzionale sulla quale è proseguita per tutta la giornata di oggi la discussione generale. Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, è intervenuto stasera per ribadire la volontà di lasciare a tutti la possibilità di esprimersi. E questo vuol dire circa 42 ore di dibattito che impegneranno l'aula anche domani e che quindi faranno slittare le prime votazioni a lunedì pomeriggio. Il Senato sarà infatti impegnato da giovedì pomeriggio e per tutto venerdì con la prima conferenza parlamentare del semestre Ue.

Intanto i gruppi e i senatori singolarmente hanno depositato entro le 20 di stasera le loro proposte di modifica al testo uscito dalla commissione. E si è manifestato per la prima volta l'ostruzionismo delle opposizioni. Da Sel sono stati depositati quasi 6mila emendamenti, un altro migliaio dai dissidenti di Fi e Gal, nonostante il duro ultimatum lanciato oggi da Silvio Berlusconi nell'assemblea parlamentare. Numeri che potrebbero mettere davvero in difficoltà l'iter parlamentare della riforma. A questi si aggiungono i 200 emendamenti del M5S e un centinaio anche dalla Lega nonostante uno dei relatori della riforma sia Roberto Calderoli. Il Pd ne ha avanzate 48, come gruppo, quasi 60 sono quelle presentate dai cosiddetti 'dissidenti' capeggiati da Vannino Chiti e Felice Casson. Poi ci sono i 14 emendamenti di Ncd e i 15 di Fi. E anche quelli dei 'critici' di Fi.

Le novità principali contenute negli emendamenti della maggioranza che sostiene la riforma sono il referendum propositivo, chiesto da un'area trasversale del Pd che vede insieme area riformista e renziani. Fi e Ncd con distinte proposte chiedono invece di tenere il referendum confermativo sulla riforma costituzionale anche se dovesse ottenere i due terzi dei consensi in Parlamento. Fi non condivide poi l'innalzamento fino a 800mila firme per i referendum abrogativi e propone di ridurle a 600mila. Una linea che però la relatrice Anna Finocchiaro aveva difeso oggi dalle critiche del costituzionalista Michele Ainis. "L'innalzamento a 800mila delle firme richieste per proporre un referendum è legato all'abassamento del quorum che è ora rappresentato dalla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni politiche". Finocchiaro ha spiegato anche che "se pure il limite delle 800mila firme si può discutere, intanto c'è il doppio del tempo, da 3 a 6 mesi per raccoglierle e poi raccolte le prime 400mila c'è il giudizio della Consulta, e se la Corte dice sì al quesito referendario poi raccogliere le altre 400mila diventa più facile".