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POLITICA

Senato

Ddl Zan: nessuna intesa al Senato, al voto con la "tagliola" di Lega e FdI

Ddl Zan verso la conta in Senato. Falliti i tentativi di mediazione si decide con voto segreto se andare direttamente al voto sull'intero provvedimento

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Nessun rinvio del ddl Zan al Senato.

La discussione riprenderà in aula domattina alle 9.30 e resta in piedi la richiesta fatta da Lega e Fratelli d'Italia di chiedere il non passaggio all'esame degli articoli, andando direttamente al voto sul provvedimento.

È quanto emerso al termine della conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.

Una lunga giornata
Alla fine di una lunga giornata di riunioni, tra tavolo maggioranza in Commissione Giustizia del Senato e capigruppo, le forze politiche non hanno trovato alcuna intesa sul ddl Zan. Il testo, come previsto, sbarca in Aula dove ad attenderlo restano le richieste di sospensiva di discussione degli emendamenti al testo di Lega e Fdi.

Il voto, con ogni probabilità, sarà segreto e potrebbe portare all'affossamento definitivo del ddl di contrasto all'omofobia.

All'uscita dalla capigruppo la presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi ha accusato la Lega di non aver voluto trovare una mediazione, ritirando la 'tagliola' in cambio di uno slittamento del voto in Aula, chiesta dalla Lega e da Italia Viva.

A sua volta, Massimiliano Romeo, presidente dei senatori della Lega, ha ribattuto ai dem di aver già forzato la mano "avendo portato il testo in Aula".

Scontro anche sul ricorso al voto segreto, che il leghista ha detto di voler chiedere domani, su cui il Pd ha detto che darà battaglia.

Le scintille
Poco prima c'erano state scintille in commissione giustizia del Senato dove si erano riuniti i capigruppo di maggioranza di palazzo Madama sul ddl Zan. Assenti Leu e il Movimento cinque stelle.

 Ai cronisti assiepati dietro la porta dell'aula è arrivata la voce che la Lega voleva rimandare di una settimana la discussione chiedendo alla presidente del Senato il rinvio. 

Anche Italia Viva aveva chiesto il rinvio di una settimana per arrivare in aula con un'intesa, al momento Pd, M5s e Leu sono in riunione per valutare la richiesta". Lo rendono noto fonti parlamentari di maggioranza. Analoga richiesta era stata avanzata dalla Lega, nel corso del tavolo di maggioranza, in Commissione Giustizia del Senato.

La 'tagliola'
No al dialogo sul ddl Zan se la Lega non toglie dal tavolo la minaccia della 'tagliola'. Il confronto politico sul disegno di legge che punta a contrastare la discriminazione o la violenza per sesso, genere o disabilità si blocca ancora una volta. Andrea Ostellari ha chiesto ai presidenti dei Gruppi di riunirsi attorno a un tavolo "per verificare se c'è davvero spazio per una mediazione responsabile". Un incontro, ha spiegato il parlamentare della Lega, "per migliorare il testo del ddl sull'omofobia". Una richiesta che il Partito democratico, con la capogruppo Simona Malpezzi, ha definito "contraddittoria", perché la Lega non ha smentito l'intenzione di presentare, domani nell'Aula del Senato, la richiesta di annullare l'esame del provvedimento.

E' l'articolo 96 del Regolamento di Palazzo Madama che consente a "un senatore per ciascun Gruppo" di "avanzare la proposta che non si passi" all'esame di un disegno di legge "prima che abbia inizio l'esame degli articoli". La votazione della proposta - è scritto al comma 2 dell'articolo - "ha la precedenza su quella degli ordini del giorno". Se il voto della 'tagliola' dovesse passare, per il primo firmatario del Ddl, il dem Alessandro Zan, "la legge sarebbe morta". "Il testo approvato alla Camera - ha aggiunto - ha subito tantissime mediazioni. La mediazione è il sale della democrazia. Se superiamo il voto di domani, avviamo il dialogo. Non voglio nemmeno prefigurare che passi la tagliola - ha concluso - sarebbe una sconfitta per il Paese".

E mentre si aspetta la prossima mossa dei gruppi contrari al provvedimento, Movimento 5 Stelle e il Gruppo Misto/Leu annunciano che non parteciperanno al tavolo Ostellari. "Siamo assolutamente favorevoli e disponibili al confronto, ma il presupposto indispensabile per un serio dialogo è quello di ritirare la cosiddetta 'tagliola' della richiesta del non passaggio agli articoli, dal momento che determinerebbe l'affossamento del provvedimento", dicono i capigruppo Ettore Licheri (M5s) e Loredana De Petris (Misto) appoggiando la linea del Pd.