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MONDO

Non si è votato nell'Est e in Crimea

Elezioni in Ucraina, forze di governo in netto vantaggio, ma in Parlamento entrano anche i filorussi

I dati, ancora parziali, mostrano un testa a testa fra il partito di Petro Poroshenko e quello del premier Yatseniuk. Il presidente: "Sostegno forte e irreversibile al cammino dell'Ucraina verso l'Europa". Si torna a sparare nell'Est del Paese

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Lo spoglio dei voti in un seggio in Ucraina (Ansa)
Kiev (Ucraina)
Anche se per avere un quadro dettagliato saranno necessarie ancora ore, appare chiaro che l’Ucraina avrà un Parlamento nettamente filoeuropeo. Il partito del presidente Poroshenko però non vola e nella Rada entraranno anche i filorussi. È questo l’esito delle elezioni tenutesi in buona parte del Paese, ma non nell’Est controllato dai ribelli e in Crimea.

Testa a testa tra Blocco e Fronte Popolare 
L'affluenza è stata piuttosto bassa, con appena il 52,42% degli elettori che si sono recati alle urne. Quando risulta scrutinato più di metà delle sezioni, i risultati mostrano un testa a testa tra il Blocco del presidente Petro Poroshenko e il Fronte Popolare, il partito del suo alleato, il primo ministro Arseny Yatseniuk. Entrambi sono intorno al 21,6%, con il Fronte Popolare in leggero vantaggio. Alla vigilia si ipotizzava invece un margine di alcuni punti percentuali in favore del partito del presidente, che comunque si è detto molto soddisfatto per l’esito del voto. Con il partito pro-Ue Auto Aiuto come terza forza con circa il 11,1%, le forze filo-occidentali appaiono in netta maggioranza e l’alleanza tra i due principali partiti è destinata a continuare a governare insieme agli altri partiti pro-Ue. Le prime consultazioni in vista della formazione del nuovo esecutivo sono già iniziate: fondamentale nel programma ha sottolineato il leader del Fronte popolare Arseny Yatsenyuk, sarà l'intesa sull'accordo di associazione all'Unione europea.

In Parlamento anche i filorussi, fuori i comunisti 
Una delle principali sorprese è stato però il risultato ottenuto dal Blocco di Opposizione, filorusso e guidato dall’ex ministro Yuri Boiko, che ha raccolto quasi il 10% delle preferenze. In Parlamento entrerebbero anche il Partito Radicale di Oleg Liashko (7,3%), e il Partito Patria di Yulia Timoshenko (5,7%), tutti filo-occidentali e sopra la soglia di sbarramento del 5%. Per la prima volta dal 1991, resta invece fuori dalla Rada il Partito Comunista, visto come l’erede dell’ex Urss.
 
Poroshenko: premiate forze pro-Ue e favorevoli alla pace
In una nota pubblicata dopo la diffusione dei primi exit poll, Poroshenko ha ringraziato gli elettori per aver sostenuto "una maggioranza democratica, riformista e pro-europea". "La maggioranza degli elettori si è schierata a favore delle forze politiche che sostengono il piano di pace presidenziale e cercano una soluzione politica alla situazione nell'est", si legge nel comunicato. "Una maggioranza costituzionale, più di tre quarti degli elettori che hanno votato, ha fornito un sostegno forte e irreversibile al cammino dell'Ucraina verso l'Europa". Poroshenko ha poi annunciato che i colloqui per la formazione di una coalizione non dureranno più di 10 giorni.

La Russia: "Elezioni valide malgrado la campagna elettorale"
"La Russia aspetta i risultati ufficiali delle elezioni, ma è già chiaro che sono valide malgrado la campagna elettorale sporca che le ha precedute". Questo il commento del viceministro degli Esteri russo Grigory Karasin. Da Mosca, intanto, la Duma di Stato, la Camera bassa del Parlamento russo, si è detta pronta a collaborare con i deputati della nuova Rada. "Rispettiamo la scelta fatta dagli elettori e non escludiamo la possibilità di collaborare con i deputati della Verkhovna Rada, inclini a mantenere un'interazione costruttiva con la Russia nel formato bilaterale o nelle piattaforme parlamentari internazionali", ha dichiarato il presidente della Commissione per gli affari con i Paesi della Cis e l'integrazione euroasiatica, Leonid Slutsky. A suo dire, comunque, la consultazione non è stata né libera, né democratica, perché il sud-est dell'Ucraina o non ha partecipato alle consultazioni o è stato rappresentato da una percentuale di elettori estremamente bassa.

Nuovi combattimenti nell'Est
Dopo due giorni di calma, coincisi con le elezioni, si è tornato a sparare a Donetsk, città sotto il controllo dei filorussi dove comunque i seggi sono rimasti chiusi. I rumori di una trentina di colpi di artiglieria sono stati avvertiti nella zona dell'aeroporto. Secondo i filorussi, almeno quattro civili sarebbero morti sotto i colpi sparati dall'esercito ucraino. L'esercito di Kiev ha invece denunciato l'uccisione, ieri, di due suoi soldati nella zona di Lugansk.
 
Non si è votato in Crimea e nelle zone controllate dai ribelli
Quelle di ieri sono state elezioni anticipate, dopo lo scioglimento della Rada, lo scorso agosto. Non si è votato però in Crimea, annessa da Mosca dopo un controverso referendum in marzo, e nelle zone controllate dai ribelli filorussi nelle regioni orientali di Donetsk e Lugansk, che hanno convocato autonome elezioni parlamentari e presidenziali per il 2 novembre, in violazione degli accordi di Minsk.