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MONDO

In 6 mesi arrivati in 83mila

Emergenza migranti, in corso a Parigi vertice Francia-Germania-Italia

E' il primo di tre appuntamenti cruciali alla ricerca di una difficile soluzione, così come delicata da percorrere è la strada del blocco dei porti alle navi straniere, su cui si affaccia anche l'opzione Malta come una delle strade da battere. Minniti punta a un'intesa a tre pre-Tallin

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E' cominciata a Parigi la riunione sul tema migranti tra il ministro dell'Interno Marco Minniti, i colleghi tedesco e francese Thomas de Maziére e Gerard Colomb e il commissario europeo per gli Affari interni, Dimitri Avramopoulos. L'incontro è in preparazione del vertice che giovedì e venerdì si terrà a Tallin, in Estonia, dove si riuniranno i ministri degli Interni di tutti e 28 i paesi Ue.

E' il primo di tre appuntamenti cruciali alla ricerca di una difficile soluzione, così come delicata da percorrere è la strada del blocco dei porti alle navi straniere, su cui si affaccia anche l'opzione Malta come una delle strade da battere. Minniti punta a un'intesa a tre pre-Tallin. 

A seguire, un dibattito in plenaria al Parlamento europeo in programma mercoledì a Strasburgo con i presidenti di Commissione e Consiglio europeo Juncker e Tusk; infine, giovedì e venerdì il Consiglio Affari Interni a Tallin, in Estonia.

Viminale: in 6 mesi sbarcati 83.360 migranti, 18,7% in più
E' un dato di fatto che i numeri registrino ormai una crescita esponenziale. L'ultimo sbarco di queste ore ha portato a Catania su una nave militare svedese 650 persone: a bordo anche nove morti. Il Viminale certifica che nei primi sei mesi dell'anno sono sbarcati 83.360 migranti, con un balzo del 18,7%. E solo durante lo scorso fine settimana, riporta l'Unhcr, sono arrivati 12.600 tra immigrati e rifugiati.

Minniti punta a un'intesa preliminare per arrivare in Estonia con un piano chiaro
Dagli incontri tra i 'grandi', il ministro dell'Interno, Marco Minniti, vuole portare a casa un protocollo di azione per le navi delle Ong straniere e una più equa distribuzione dei migranti che arrivano via mare. Ma le affermazioni arrivatel'nelle ultime ore dall'Estonia, tramite il ministro dell'interno Andres Anvelt, fanno temere per l'incontro di Tallin. Anvelt, che guiderà i lavori dei colleghi Ue, ha detto a chiare lettere: "non daremo alcuna risposta, ma ascolteremo l'Italia" per vedere "come affrontare la questione della protezione delle frontiere, dei porti e le relazioni con la Libia". Parole che hanno indotto Minniti a preparare il terreno con i ministri degli Interni di Francia e Germania nell'incontro di Parigi convocato stasera alle 20. 

L'obiettivo dell'Italia è strappare un'intesa preliminare a tre per arrivare in Estonia con un piano chiaro e il segnale arrivato dalla Francia, che si è offerta di ospitare l'incontro, è interpretato come un buon inizio. Ci sarà anche Avramopoulos e si delineeranno in via preliminare le strade da percorrere perché Ue e Stati membri sostengano l'Italia: sblocco di fondi, lavoro con i Paesi di origine in Africa, aiuti nelle operazioni di registrazione delle persone già presenti nel Paese e possibili candidati all'asilo.

Resta in piedi anche l'ipotesi di ragionare sui porti e l'approdo delle navi straniere. La questione è complessa. Da quanto si apprende, non risultano arrivate a Bruxelles richieste italiane per cambiare il mandato dell'operazione congiunta di Frontex Triton per superarne i vincoli e far sbarcare le navi dell'operazione anche in altri Stati dell'Ue: questo, per altro, è tutt'altro che semplice, perché richiederebbe l'accordo di tutti gli Stati partecipanti. Ma il vero obiettivo non sono le navi Frontex, ma piuttosto quelle delle Ong con bandiera straniera. E la distinzione da fare è quella tra soccorso in mare, con relativi obblighi, e accoglienza. Se le norme impongono di soccorrere chi è in pericolo di vita in mare portandolo nel porto sicuro più vicino, anche altri tra i 28 stati Ue potrebbero essere chiamati in causa, come Malta. Mentre sul piano dell'accoglienza, si lavora per riprendere in mano gli accordi di rilocation, restati lettera morta.

Asgi: "L'Italia obbedisce a Germania e Francia: promettono aiuto, ma poi spingono a violare le norme"
Il progetto di negare l'approdo nei nostri porti alle navi cariche di migranti che non battano bandiera italiana "è chiaro, si ripete nel tempo, ma in realtà non è un progetto italiano, ma è europeo: le linee le dettano la Germania e la Francia e la finalità è dare priorità alla salvaguardia delle frontiere europee, l'Europa vuole chiudere le frontiere e chiede all'Italia di esporsi". Non ha dubbi l'avvocato Salvatore Fachile, che fa parte dell'Associazione che si occupa degli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi).

Per il legale, l'eventualità, che circola in questi giorni, secondo la quale l'approdo nei nostri porti potrebbe essere negato alle navi straniere che soccorrono migranti, "è una mossa del nostro Paese che va in una direzione battuta da tempo, è un tentativo di chiudere le frontiere grazie alla strumentalizzazione del concetto di 'porto sicuro'". Le scelte dell'Europa, secondo Fachile, "ammiccano in quella direzione: fare sì che l'Italia chiuda i porti utilizzando la nozione di porto sicuro e costringendo le Ong a rivolgersi ad altri Paesi, che sicuri non sono".

"Il vertice di Parigi? Lo scopo è chiudere l'Europa attraverso di noi"
L'incontro odierno a Parigi, continua Fachile, "è teso a questo scopo: chiudere l'Europa attraverso l'Italia, come è già stato fatto con la Grecia, costringendo il nostro Paese a violare la normativa internazionale che dovrebbe regolare anche il comportamento del ministero dell'Interno". "Il pacchetto normativo prodotto dalla comunità europea - conclude l'avvocato - è teso a quella direzione: si chiude, accollando responsabilità e oneri ai Paesi di frontiera", e le recenti affermazioni di Macron sono solo "un gioco di retorica, che vanno in una direzione, per poi agire senza alcuno scrupolo in direzione opposta". Anche la famigerata "redistribuzione" dei cittadini in Europa "è stato uno strumento inventato" che ha avuto solo "una portata simbolica, con numeri che si sono rivelati ridicoli". D'altra parte in questa maniera viene rafforzata - è la tesi del legale - la posizione del presidente del consiglio Paolo Gentiloni, "per consentire di perseguire una politica illegittima e a tratti criminale"; alla fine, "è un gioco banale, scontato".

In sintesi, "viene dato un riconoscimento formale all'Italia al solo scopo di farla ubbidire ai propri dettami che chiedono al nostro Paese di "esporsi, violando la normativa internazionale e un portato democratico per arrivare alla chiusura incondizionata delle frontiere".