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POLITICA

La firma

Firenze, Renzi all'istituto Buddista: "Non accetteremo mai di vivere nel terrore"

Partecipando alla cerimonia della firma dell'accordo tra la Repubblica italiana e l'Istituto buddista italiano Soka Gakkai, il premier torna a parlare di terrorismo dopo l'incontro avuto in mattinata con il presidente kazako 

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"Non accetteremo mai di vivere nel terrore". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo alla cerimonia della firma dell'accordo tra la Repubblica italiana e l'Istituto buddista italiano Soka Gakkai. "Non si può uccidere in nome di Dio, si può vivere in nome di Dio ma non uccidere. Io sono cattolico, la religione ampiamente maggioritaria in Italia - ha aggiunto - eppure trovo meravigliosamente bello che in questo momento storico un Paese affermi il valore della libertà religiosa come un caposaldo della sua dimensione comunitaria".

Già in mattinata, a margine della vista ad Expo2015 del presidente kazako, Nazarbayev, Renzi aveva affrontato la questione terrorismo augurandosi una coperazione Ue-Asia contro questo.

E commentando l'intesa appena siglata, Renzi ha sottolineato che "il gesto della firma non è soltanto un gesto burocratico, ma è anche l'assunzione di un impegno reciproco; è un riconoscimento alla vostra esperienza. Quanto bisogno abbiamo di buoni cittadini - ha concluso - in un mondo in cui una certa corrente vorrebbe che fossimo tutti dei numeri, tutti dei Pin". 

"Non rassegniamoci mai ai messaggi di tristezza e di stanchezza", ha detto poi il premier rivolgendo un messaggio a tutti gli italiani affinché guardino con fiducia al futuro. "Essere italiani significa appartenere alla storia del nostro paese - ha aggiunto - significa avere il bisogno di fare cose grandi, a partire dall'impegno personale. Non rassegnamoci mai all'idea che il tempo migliore sia alle nostre spalle".

"Mi fermo perché la sinistra estrema si sta sciogliendo, in senso tecnico non politico...". E' invece la battuta pronunciata da Renzi al termine del discorso tenuto in occasione della firma dell'accordo. "Non applaudite su questo perché altrimenti domani c'è polemica", ha aggiunto il premier che aveva cominciato il suo discorso con una battuta sullo stesso tenore: "A stare a sinistra si soffre sempre di più, è anche vero che a destra in genere sono di più, ma non è questa la sede per parlarne".