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Domenica alle 14 la diretta su Raiuno

Formula Uno, segreti e follie del Gran Premio di Montecarlo

Nella Formula Uno che cambia, Montecarlo resiste. Antica e giovane. Amata e detestata. Ma non chi ama le monoposto non ne può fare a meno. 

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di Marco Franzelli
La tradizione e custodire il fuoco, non l'adorazione delle ceneri. Lo sosteneva un grande musicista, Gustav Mahler. Nessuno, come a Montecarlo, e' capace di di custodire il fuoco. A dispetto dei tempi che cambiano, delle tecnologie che evolvono, delle monoposto che si trasformano, dei gusti che mutano. Pista anacronistica. Assurda. Troppo stretta. Sorpassi impossibili ( ammesso che esistano oggi circuiti sui quali il pilota possa dare libero sfogo al proprio valore e al proprio coraggio con la manovra più spettacolare delle corse automobilistiche).

testo Montecarlo resiste. Antica e giovane. Amata e detestata. Ma non ne puoi fare a meno. Saltano Francia, Germania e Monza e' in bilico. Potenza del denaro, certo. Ma non solo.
Montecarlo. Dove la Ferrari ha debuttato nel campionato del mondo di formula uno. 21 maggio 1950. Dove ha vinto 8 volte, la prima con Maurice Trentignant nel 1955, l'ultima nel 2001 con Schumacher. In mezzo, la prima vittoria di un motore turbo nel circuito cittadino. La Ferrari 126 CK guidata da Gilles Villeneuve, il 31 maggio del 1981.

testo
Montecarlo. Dove quando si perde, si impara la lezione si guarda avanti. "A Monaco il primo gran premio della stagione e' stato vinto dalla Mercedes di Fagioli. Vittoria regolare, non si discute. Analizzare le ragioni della nostra sconfitta e' ozioso. Constatare e' riconoscere invece il grado di efficenza altrui e' saggia, leale e utile cosa". Lo scriveva Enzo Ferrari il 25 aprile 1935. Parole sempre attuali. Ed è quello che gli uomini di oggi a Maranello stanno facendo.

Montecarlo. Dove un dettaglio fa la differenza, tra fisime e meticolosità di piloti sempre uguali. La maniacale ricerca della perfezione. In passato come nel 2015. Cambiano i mezzi a disposizione. Sempre Ferrari: " Mancavano poche ore al via del gran premio di Montecarlo 1931 quando arrivai dall'Italia e trovai il mio collaboratore Bazzi pressoché distrutto dalle bizze di Varzi. Il nostro Achille si dichiarava insoddisfatto della macchina e criticava la posa di guida: aveva già fatto cambiare dai meccanici una decina di cuscini ma non ne aveva trovato uno che gli consentisse una sistemazione di suo gradimento. Varzi chiese finalmente due cuscini, li soppeso', misuro' la loro altezza e decise che, per arrivare alla perfezione, bisognava che fossero un poco più alti, ma non tanto da richiedere un terzo cuscino. Bazzi gli diede un'occhiata e lo invito' ad andare a prendersi un caffè : al suo ritorno, promise, avrebbe trovato la perfezione raggiunta. Appena Varzi si fu allontanato, Bazzi mi afferro' il Corriere della Sera che avevo in tasca, lo piego' in quattro, lo nascose sotto i cuscini. Varzi torno' poco dopo, provo' la posizione: "Perfetto, si"' mormorò e ringraziò quasi commosso. Il giornale era a sei pagine, praticamente non aveva fatto cambiare l'altezza della posizione di guida di mezzo centimetro. Ma Varzi era un tipo capace di credere anche all'assurdo".

testo Sono sicuro che 84 anni dopo, anche domenica prossima, seduti nell'abitacolo di monoposto diventate mostri di tecnologia, Vettel, Hamilton, Rosberg e compagnia, faranno, chi più chi meno, adeguati ai tempi, come il loro antenato Achille Varzi. Perché nel dettaglio, anche il più piccolo, il più assurdo, può celarsi la vittoria. Soprattutto a Montecarlo. Dove custodiscono il fuoco.

Per questi e per tanti altri motivi, da non mancare la diretta Rai, domenica 24 maggio, dalle 13 e 10 su Rai Uno. E ancora prima, per sapere proprio tutto sul gran premio di Monaco, dalle 12.30 su RaiSport1.

testo email : f1raisport@rai.it