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EUROPA

Intervista a France 2

Gentiloni: piano rilancio Ue necessario, accordo forse a luglio

Il commissario europeo all'Economia: senza, ci sarebbero conseguenze gravi. Domani sarà una tappa intermedia per avvicinare le posizioni

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L'accordo su un piano di rilancio europeo è "assolutamente necessario" e, se non ci fosse, le conseguenze sarebbero "gravi ed evidenti". L'ha affermato oggi il commissario all'Economia dell'Ue Paolo Gentiloni, intervistato da France 2, preconizzando che l'accordo ci sarà a luglio "Questo accordo - ha detto Gentiloni - è assolutamente necessario e io so che ci si arriverà, ci si arriverà probabilmente e luglio e non domani, ma le conseguenze sarebbero così gravi ed evidenti, che non c'è da discuterne, ma ci si arriverà. Sono sicuro". 

Gentiloni ha chiarito che l'intervento è urgente. "C'è urgenza e, di fatto, una delle basi di questo intervento straordinario è l'urgenza, ma nello stesso tempo capisco che  emettere debito per finanziare programmi comuni è una cosa talmente inedita, che si comprende il fatto che ci si debba lavorare ancora", ha continuato il ministro.

"Credo che ce la faremo" a trovare un accordo fra i Paesi Ue sul piano di rilancio dell'Unione europea, "ma forse non domani. Domani credo che sarà una tappa intermedia per avvicinare le posizioni e capire meglio fra capi di Stato e governo le differenze che sono sempre sul tavolo", ha spiegato Gentiloni in vista del Consiglio europeo di domani che avrà al centro la discussione sul piano di rilancio e il nuovo bilancio 2021-27.  

"Lo scopo straordinario" del Recovery Fund è "evitare che una crisi comune, che ha toccato tutti i Paesi senza distinzioni, abbia delle conseguenze economiche molto diverse - ha spiegato il commissario - questo potrebbe mettere in pericolo il mercato unico e la forza della nostra moneta comune. Il Piano della Commissione ha prima di tutto l'obiettivo di evitare che i Paesi con meno forza finanziaria per rispondere a questa crisi restino indietro. Abbiamo cercato di trovare i criteri che vanno in questa direzione. Possiamo migliorarli ma non credo che potremo cambiarli nella sostanza". I Paesi detti 'frugali' (Paesi bassi, Austria, Danimarca e Svezia) "sono fra quelli che traggono i maggiori vantaggi dall'Ue. Non si tratta di qualcosa che non li interessa. Non è solo della solidarietà ma un interesse comune", ha sottolineato.