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Coronavirus

Il 24,4% ha completato il ciclo vaccinale

Gimbe, almeno una dose di vaccino a metà degli italiani

Perplessità su vaccinazione "eterologa": ministero della Salute e Aifa facciano chiarezza sul mix vaccinale

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Metà della popolazione italiana ha ricevuto una dose di vaccino, ma mancano all'appello ancora milioni di over 60. Secondo il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, al 16 giugno il 50,5% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 29.949.601) e il 24,4% ha completato il ciclo vaccinale (n. 14.467.292).

Nell'ultima settimana sono state raggiunte 3.892.072 milioni di somministrazioni, con una media mobile a 7 giorni di 537.765 mila inoculazioni al giorno. L'85,2% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con alcune differenze regionali: se la Puglia ha superato il 90% la Sicilia è sotto il 75%.

Nella popolazione di età superiore ai 60 anni, dunque, ben 2,66 milioni non hanno ancora ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino e 6,2 milioni devono completare il ciclo vaccinale.

Questo il quadro in dettaglio:

Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.824.604 (85,4%) hanno completato il ciclo vaccinale e 349.498 (7,8%) hanno ricevuto solo la prima dose.
70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 2.544.393 (42,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.605.613 (43,7%) hanno ricevuto solo la prima dose.
60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 2.655.476 (35,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.247.643 (43,6%) hanno ricevuto solo la prima dose. 

Variante Delta più diffusa nel Lazio
Secondo l’ultima indagine di prevalenza delle varianti pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità il 18 maggio, la variante Delta (più contagiosa di circa il 60% rispetto alla variante inglese) è all’1% con differenze regionali e un range che va dallo 0 al 3,4%: in particolare, la diffusione maggiore si registra nel Lazio (3,4%), in Sardegna (2,9%) e in Lombardia (2,5%).

Tuttavia, spiega la Fondazione Gimbe, nell'ultima settimana la variante Delta è stata isolata in due focolai a Milano e Brindisi, segno di una sua maggiore diffusione sul territorio nazionale che si rileva anche dal database internazionale Gisaid: rispetto ai sequenziamenti su campioni raccolti dal 19 maggio al 16 giugno, su 881 sequenze depositate 57 (6,5%) corrispondono alla variante delta.

​Rispetto all’efficacia dei vaccini, secondo i dati del Public Health England una singola dose di vaccino (Pfizer-BioNTech o AstraZeneca) ha un’efficacia solo del 33% nei confronti di questa variante, percentuale che dopo la seconda dose sale, rispettivamente, all’88% e al 60%. Inoltre, l’ultimo studio inglese (Public Health England) attesta che l’efficacia del ciclo completo nel prevenire le ospedalizzazioni è del 96% con il vaccino Pfizer-BioNTech e del 92% con quello AstraZeneca.

Contagi in calo
"Da 13 settimane consecutive si registra una discesa dei nuovi casi settimanali. Se la costante riduzione del rapporto positivi/casi testati attesta una ridotta circolazione del virus, la progressiva diminuzione dell'attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta la mancata ripresa del tracciamento dei contatti, fondamentale in questa fase  della pandemia", sostiene Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, presentando il monitoraggio indipendente settimanale della Fondazione.       

"Nelle ultime 5 settimane, infatti, il numero di persone testate -  indica il report - si è ridotto del 31,5%, scendendo da 3.247.816 a  2.223.782, con una media nazionale di 132 persone testate/die per 100.000 abitanti e rilevanti e ingiustificate differenze regionali". In tutte le Regioni si conferma il calo dei nuovi casi settimanali (l'incremento percentuale in Molise è irrilevante in  valore assoluto). Inoltre, da 9 settimane sono in costante calo anche i decessi, che nell'ultima settimana si attestano in media a 59 al  giorno.

"La costante riduzione dei pazienti ospedalizzati - afferma  Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della  Fondazione Gimbe - ha portato l'occupazione dei posti letto da parte dei pazienti Covid al 6% sia in area medica che in terapia intensiva, con tutte le Regioni ampiamente sotto le soglie di allerta".   

"Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva - spiega Marco Mosti,  direttore operativo della Fondazione Gimbe - in calo da 10 settimane consecutive sono ora stabili con una media mobile a 7 giorni di 22  ingressi/die".   

Queste, in dettaglio, rispetto alla settimana precedente, le variazioni:
Decessi: 411 (-12,4%)
Terapia intensiva: -184 (-26,7%)
Ricoverati con sintomi: -1.352 (-28,9%)
Isolamento domiciliare: -74.284 (-42,1%)
Nuovi casi: 11.440 (-25,2%)
Casi attualmente positivi: -75.820 (-41,7%). 

Vaccinazione "eterologa"
"La Fondazione Gimbe chiede al ministero della Salute e all'Aifa di esprimersi congiuntamente con una nota univoca e definitiva" sul mix vaccinale. Lo afferma Nino Catabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.

"Riguardo al nuovo caos AstraZeneca - spiega Cartabellotta - se nell'attuale contesto di bassa circolazione virale è totalmente condivisibile la decisione di limitare questo vaccino agli over 60, emergono alcune perplessità in merito all'obbligo di effettuare negli under 60 la seconda dose con vaccino a mRNA, già ribattezzata come "eterologa"". 

Negli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca, la circolare 11 giugno 2021 del ministero della Salute dispone che 'il ciclo deve essere completato con una seconda dose di  vaccino a mRna (Comirnaty o Moderna)', laddove Aifa dispone che i vaccini a mRNA "possono essere somministrati come seconda dose per completare un ciclo vaccinale misto".

La formula possibilista usata dell'AIFA per consentire l'utilizzo della vaccinazione "eterologa" contrasta con quella perentoria prevista dalla circolare del Ministero della Salute. Un'incongruenza che va sanata per evitare che l'incongruenza tra le espressioni "dovere" e "potere" si traduca in una responsabilità esclusivamente a carico dei medici, con il rischio di disincentivare l'attività vaccinale. per questo Gimbe chiede ad Aifa e Ministero della Salute di esprimersi con una nota congiunta.

Secondo la Fondazione, inoltre, nonostante i presupposti immunologici, biologici e alcuni precedenti storici sul mix vaccinale, le evidenze scientifiche sono ancora preliminari. In particolare i 4 studi citati dal parere del CTS arruolano poco più di 800 persone e misurano l'efficacia del mix solo sulla risposta immunitaria e la sicurezza solo sugli effetti collaterali frequenti e a breve termine. In altre parole, ad oggi non esistono prove di efficacia della vaccinazione "eterologa" su COVID-19 severa, ospedalizzazioni e decessi, né su eventuali effetti collaterali rari.

Infine, secondo la formula possibilista di AIFA, per gli under 60 la seconda dose con Pfizer o Moderna è solo un'opzione che il paziente è libero di accettare o rifiutare, optando per la seconda dose con AstraZeneca. In ogni caso, è indispensabile adeguare il modulo di consenso informato a quanto previsto dalla L. 648/96 con adeguata informazione su benefici, rischi e incertezze delle opzioni per la seconda dose dopo AstraZeneca.