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POLITICA

Trattative nella maggioranza

Governo, tensioni e rimpasto: le mosse di Conte per evitare la crisi

Alcuni cambi sostanziali al Recovery Plan, hanno aperto ufficiosamente la trattativa per dar vita ad un Conte-ter. Renzi: "Con Conte no problema personale ma politico. Totoministri? Chiacchiere". Il Pd frena su crisi al buio. M5s: "Conte premier è punto fermo"

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Veti incrociati, tensioni, ipotesi di rimpasto. Lo scenario di una crisi di governo continua ad agitare le acque della maggioranza mentre il premier Giuseppe Conte cerca la quadra per restare a Palazzo Chigi. Alcuni cambi sostanziali al RecoveryPlan, hanno aperto ufficiosamente la trattativa per dar vita ad un Conte-ter o a un Conte-bis ampiamente "ristrutturato". Trattativa che, per ora, resta in salita. Se accordo sarà, il Conte-ter nascerà in maniera rapida,a cavallo tra l'Epifania e il 9 gennaio e con il via al Piano di Ripresa e Resilienza un Cdm tra il 7 e l'8 gennaio a cui seguirebbe subito il rimpasto. Ma il rischio di una crisi è tutt'altro che evitato.   

Renzi: "Con Conte no problema personale ma politico. Totoministri? Chiacchiere"
"Le veline del Palazzo riempiono i giornali di totoministri. Chiacchiere buone solo per far passare il messaggio che si risolve tutto con un rimpastone". Lo scrive nella sua enews il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. "Noi invece - sottolinea Renzi - abbiamo messo nero su bianco i contenuti: spese sanitarie, alta velocità, vaccini, scuola, cultura, posti di lavoro. Ma vi rendete conto che nel Recovery Plan per i giovani e l'occupazione, nei prossimi sei anni, ci sono meno risorse di quelle che sono previste per il solo 2021 per il cash-back? Davvero il futuro dei nostri giovani vale meno del futuro di una carta di credito?".

A chi sostiene che lui abbia un problema personale con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, Renzi replica: "Magari avessimo un problema personale: noi abbiamo un problema politico con Conte. Sul Recovery, sul Mes, sull'intelligence, sulla scuola, sull'alta velocitù, sul garantismo, sul ruolo internazionale dell'Italia e sulla presenza nel Mediterraneo, sul rapporto con gli Stati Uniti, sul lavoro e il reddito di cittadinanza, sulla crescita, sullo stile istituzionale ho argomentato idee diverse. Non e' un fatto personale, si chiama politica. E ho messo nero su bianco le nostre riflessioni per evitare che fossero sostituite dalla 'narrazione' dei portavoce. Il Premier ha detto che verrà in Parlamento in modo trasparente. Lo aspettiamo in Senato. E, se i responsabili di Lady Mastella sosterranno questo governo al posto nostro, noi non grideremo allo scandalo ma rispetteremo la democrazia parlamentare".

Renzi si era giù sfilato da una sua partecipazione in prima persona al Conte-ter: "Non farò il ministro", aveva detto e ribadisce dunque la linea. Ma non allenta l'assedio al premier. Insiste sui contenuti e sul cambio di rotta del governo. Gli alleati però frenano: il segretario del Pd Nicola Zingaretti avverte che una crisi avrebbe "sviluppi imprevedibili" e dice "no" a posizioni "che destabilizzano, incomprensibili ai cittadini". Di fatto il segretario Dem pretende uno scatto dal premier Conte ma manda anche un avvertimento a Renzi. Alludendo ancora una volta al rischio del ritorno alle urne. Sulla stessa scia si pongono anche Vito Crimi e Alfonso Bonafede. "Una crisi in piena pandemia è incomprensibile", avvertono i due "big" del M5S,ricordando la disponibilità del Movimento al dialogo, ma non su tutto. Sul Mes, spiega una fonte di primo piano pentastellata, i gruppi ad esempio non reggerebbero.

Pd frena su crisi al buio
"L'attuale maggioranza è l'unica possibile  e il presidente del Consiglio deve fare di tutto per recuperare la  coesione dei partner su un programma di legislatura che sia chiaro e  coerente. Mi aspetto una consapevolezza diversa da Conte già nelle  prossime ore. Il gioco di squadra è molto più proficuo del gioco in  solitaria'' dice in un'intervista al quotidiano "Il Dubbio" il  capogruppo Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci.  ''Si possono rafforzare la maggioranza e il governo. La consapevolezza che non si possa più vivacchiare deve produrre una scossa  nell'attività di questo esecutivo. Io ho sempre pensato che Conte  sarebbe andato avanti solo facendo le cose. Non ho cambiato idea. Ci  attende un anno che sarà particolarmente complicato, ci sono molti  problemi da affrontare", conclude il capogruppo Pd. Mentre il vicesegretario Andrea Orlando su twitter dà stoccata a Iv: "Non invidio chi dovrà argomentare la tempestività di una crisi di governo prodotta in questo preciso momento storico".

Gruppo M5s Camera: "Conte premier punto fermo"
"M5s non appoggerà mai un governo che non sia un governo Conte". Lo ha detto ad Agorà Riccardo Ricciardi, vicepresidente vicario del gruppo M5s alla Camera. Ieri sera l'assemblea dei deputati M5s si è espressa, a favore di Giuseppe Conte. Diversi deputati hanno espresso il loro sostegno al premier definito da qualcuno "imprescindibile" o "non sostituibile" in quanto "scelta nell'interesse del Paese". "Non si tocca" è stata la richiesta giunta in altri interventi. Nel dibattito,sottolinea una fonte di primo piano dei 5s, "c'è un punto fermo ed è rappresentato da Conte premier".

Le mosse di Conte e le ipotesi sul rimpasto
Sul Recovery lo stralcio della Fondazione sulla Cybersecurity e le modifiche ai saldi nel testo (con maggiore spazio agli investimenti, con un occhio ai dossier cari ai Dem) in Iv viene considerato un inizio, non di più. E' la cessione della delega ai Servizi che, forse, sbloccherebbe davvero l'impasse. Una mossa su cui Conte sembra quasi essersi convinto dopo aver davvero accarezzato l'idea del ritorno alle urne. "Conte è una persona responsabile, e lo sta dimostrando", spiega una fontec he ha dimestichezza con il premier. La casella Servizi rientrerebbe nel rimpasto per il Conte-ter, che vede nel Viminale il suo nodo. Sul ministero la vigilanza del Colle resta alta. 

Al Quirinale, spiegano fonti parlamentari, potrebbero anche accettare un corposo rimpasto - con conseguente nuova fiducia delle Camere - ma più problematico sarebbe inserire un leader politico al posto di Luciana Lamorgese, figura tecnica di garanzia. E non è un dato di poco conto, visto che il titolare del Viminale sarebbe pronto, da servitore dello Stato, a farsi da parte, anche se probabilmente servirebbe una chiamata dal Quirinale e l'esplicitazione da parte delle forze politiche che non viene sostituita per inefficienza.   Il triangolo che vedrebbe Renzi alla Farnesina e Luigi Di Maio all'Interno sembra, così, morire sul nascere. Possibile,invece, che sia la Difesa ad andare a Iv, con conseguente spostamento di Lorenzo Guerini.  "Se il tema è sui dossier e pure sulle poltrone, lo si faccia capire.Non si può andare da Renzi a chiedergli "ti va bene questo ministero?", sottolinea una fonte di maggioranza tradendo una tensione che potrebbe stoppare qualsiasi intesa. "Se non hanno più voglia noi siamo pronti", è la mossa di Matteo Salvini. Che sul possibile premier non fa né nomi né cognomi.