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ECONOMIA

Atene

Grecia. Nuova moneta, cambiali o euro?

Cambiali, dracma ancorata all'Euro (nelle aaspirazioni) o due monete parallele. Gli scenari se Atene dovesse abbandonare la moneta unica

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Pagherò, ritorno alla dracma o due monete parallele. La possibile uscita della Grecia dall’Euro apre a diversi scenari per il futuro della moneta che potrebbe circolare in Grecia.

Tra le prime ipotesi c’è quella che parte da una situazione di mancanza di liquidità, che costringerebbe la Banca di Grecia o il ministero del Tesoro greco ad emettere cambiali. Ma secondo le normative europee non è detto che sia possibile. Se sono legate ad una valuta nazionale separata o ad una forma di moneta in corso legale, la loro introduzione violerebbe l'articolo 2 e 10 del regolamento 974/98 del Consiglio, che indica come nell’Eurozona gli Stati membri sono autorizzati a impiegare unicamente l'euro come moneta. L’ultima parola spetterebbe quindi alla Corte di Giustizia dell’Unione europea.
Da un punto di vista economica la moneta virtuale per i pagamenti interni potrebbe avere le stesse conseguenze che si ebbero in Italia con la crisi del Petrolio negli Anni ’70: in sostanza varrebe il vecchio detto "la moneta cattiva scaccia la moneta buona" ovvero, si vedrebbero circolare solo cambiali e l’euro sparirebbe dalla circolazione, diventando una riserva di valore, dentro i materassi o fuori dal paese. Uno scenario che provocherebbe svalutazione e inflazione galoppante con aumento dei prezzi delle materie prime importate e dell'energia”.
 
Un'altra ipotesi che si sta facendo strada è quella di un ritorno della Grecia alla dracma. In pratica si potrebbe trattare di un’uscita temporanea dall'Unione Monetaria Europea, pur continuando a ricevere assistenza finanziaria dalla Bce e dall'Europa, durante la fase di transizione. Si parte dalla corsa agli sportelli bancomat (ammesso che vengano riaperti) e dal probabile blocco dei conti correnti e del movimento dei capitali. Dunque si opererebbe la conversione dall'euro alla dracma di tutti i contati, i depositi, i crediti, i debiti e le pensioni. La dracma subirebbe una pesante svalutazione, stimata tra il 40 e il 70 per cento (così come si svaluterebbero i risparmi dei greci). Come altra conseguenza, l'export avrebbe un forte impulso, controbilanciato però dal pesantissimo aumento dei conti dell'import. Quindi schizzerebbe l'inflazione, crollerebbe il potere d'acquisto delle famiglie, con conseguente recessione e disoccupazione.

Un’altra opzione è l’accordo di cambio fisso: Atene decide di ancorare la dracma all’euro. Con questa operazione però la Banca centrale greca non potrà stampare moneta quando vuole altrimenti il cambio fisso non sarebbe credibile. Il rischio è che i greci vendano le dracme per comprarsi gli euro e aspettino la svalutazione per ricomprarsi le dracme. In questo modo però il cambio fisso salterebbe in breve tempo.