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POLITICA

Botta e risposta

Il 'Caso Mineo' irrompe nella direzione del PD dedicata al Bilancio

Alcuni democratici esprimono il loro disaccordo con la decisione di sostituire il senatore sostituito in commissione Affari costituzionali. Altri rispondono: "È la commissione più delicata"

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Corradino Mineo
Roma
Inizia con la discussione per l'approvazione per il bilancio la direzione del Pd, ma il 'Caso Mineo' - sostituito in commissione Affari costituzionali per decisione dell'ufficio di presidenza del gruppo a Palazzo Madama - diventa presto un argomento importante affrontato dai vari democratici.

Il primo a parlarne è Andrea Ranieri, il quale afferma che è un errore invocare la disciplina di partito per il voto sulle riforme istituzionali. Raniera fa appello allo spirito critico interno e si augura che "la grande vittoria ottenuta nelle ultime elezioni permetta di recuperarlo". Il democratico auspica anche una "correzione sabato in assemblea di quello che considero un errore.

Enzo Bianco invece si schiera contro la posizione di Mineo, anche se non lo cita direttamente: "Quella Affari costituzionali è la commissione più delicata, c'è la maggioranza per un componente. Per questo occorre avere un alto senso di responsabilità. Un singolo voto decide anche per la permanenza del governo. E devo dire che l'atteggiamento di  un parlamentare paracadutato, eletto solo perchè numero uno in lista, a un sindaco che lavora sul territorio un po' di fastidio lo dà".

Anche Franco Mirabelli e Rosa Maria Di Giorgi, stigmatizzano la scelta di Mineo e degli autosospesi. Mirabelli, infatti, risponde così ad Andrea Ranieri:"Nessuna demonizzazione del dissenso, nessuna violazione, ciascuno sarà libero di manifestare il proprio dissenso come è stato fatto sulla legge elettorale alla Camera, senza vincolo di mandato. Altro ragionamento si deve fare in commissione dove si è per rappresentare il gruppo, il gruppo di maggioranza che si trova impegnata a fare una delle cose prioritarie - spiega Mirabelli - su cui ci siamo impegnati con gli elettori. Nonostante nove riunioni di gruppo non si è riusciti ad avere il pieno supporto degli accordi politici nelle commissioni e perciò si è arrivati a questa decisione".