Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Ilva-a-giorni-transazione-per-rientro-di-1-virgola-3-miliardi-dalla-Svizzera-7b051c95-a2c2-4048-bb5c-5e9777effcf7.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

Entro il 24 maggio

Ilva, a giorni transazione per il rientro di 1,3 miliardi dalla Svizzera

Patteggiamento di Adriano Riva: il denaro sarà usato per la bonifica a Taranto 

Condividi
Entro il 24 maggio Adriano Riva, imputato a Milano con i nipoti Fabio e Nicola per bancarotta, truffa e trasferimento fittizio di valori, firmerà la transazione per il rientro dalla Svizzera di circa 1,3 miliardi di euro in Italia che saranno messi a disposizione della bonifica ambientale dello stabilimento di Taranto.

Durante l'udienza di oggi il giudice Chiara Valori ha stralciato la posizione di Adriano Riva per decidere il prossimo 24 maggio sulla sua istanza di patteggiamento che prevede quindi non solo la firma della transazione ma anche una pena a due anni e mezzo di carcere e la rinuncia alla prescrizione.  

Per Nicola e Fabio Riva, figli di Emilio, ex patron dell'Ilva morto nel 2014, l'udienza è stata fissata per il prossimo 6 giugno, in attesa che anche loro presentino una proposta di patteggiamento.  

Gran parte della cifra, e cioè 1 miliardo e 100 milioni, era stata sequestrata negli anni scorsi nell'ambito dell'inchiesta, coordinata dai pm Stefano Civardi e Mauro Clerici, con al centro la gestione dell'Ilva da parte della famiglia Riva e, in particolare, sul crac del gruppo Riva che controllava il colosso siderurgico.  

La famiglia Riva, nei mesi scorsi, anche per riuscire ad avere il via libera a patteggiamenti in sede penale, aveva dato l'ok al rientro in Italia di quei fondi (depositati su conti in Svizzera e ai quali si aggiungono 230 milioni messi a disposizione da Adriano) da destinare alla bonifica e alla decontaminazione dello stabilimento di Taranto. E ciò nell'ambito di un accordo raggiunto tra i commissari straordinari del colosso siderurgico e la stessa famiglia Riva per porre fine ad una serie di contenziosi civili avviati tra le parti.

La somma, depositata in Svizzera, era però formalmente legata a sette trust aperti nell'isola di Jersey, che si trova nel Canale della Manica. Dopo lo svincolo da quei trust, 5 giorni fa la Royal Court del Jersey ha dato l'ok allo sblocco del maxi importo.  

In più, con la firma della transazione, viene meno la necessità di celebrare l'udienza in calendario per il prossimo 31 maggio e con cui il Tribunale federale di Losanna avrebbe dovuto, con un passaggio pare solo formale, dare il via libera definitivo al rientro dei soldi in Italia.  

Lo scorso febbraio un altro giudice, il gip Maria Vicidomini, aveva respinto le istanze, che avevano ottenuto l'ok dei pm, ritenendo le pene proposte troppo basse e, in sostanza, bocciando anche l'intesa sul rientro di quegli 1,3 miliardi di euro.