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ITALIA

L'accusa è di non aver protetto la vita e la salute di 182 cittadini

Ilva, lo Stato italiano formalmente sotto processo di fronte alla Corte di Strasburgo

La Corte di Strasburgo ha ritenuto sufficientemente solide, in via preliminare, le prove presentate, e ha così aperto il procedimento contro lo Stato per non aver protetto la vita e la salute di 182 cittadini di Taranto.Intanto a Taranto è ripreso il processo per disastro ambientale a carico di 47 imputati 

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Lo Stato italiano è formalmente sotto processo di fronte alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, con l'accusa di non aver protetto la vita e la salute di 182 cittadini di Taranto dagli effetti negativi delle emissioni dell'Ilva. La Corte di Strasburgo ha ritenuto sufficientemente solide, in via preliminare, le prove presentate, e ha così aperto il procedimento contro lo Stato. A rivolgersi a Strasburgo sono stati, nel 2013 e nel 2015, 182 cittadini che vivono a Taranto e nei  comuni vicini. Alcuni rappresentano i congiunti deceduti, altri i figli minori malati. Nel ricorso sostengono che "lo Stato non ha adottato tutte le misure necessarie a proteggere l'ambiente e la loro salute, in particolare alla luce dei risultati del rapporto redatto nel quadro della procedura di sequestro conservativo e dei rapporti Sentieri". I ricorrenti contestano inoltre al governo il fatto di aver autorizzato la continuazione delle attività del polo siderurgico attraverso i cosiddetti decreti 'salva Ilva'. Nel ricorso i ricorrenti affermano che lo Stato cosi facendo ha violato il loro diritto alla vita, al rispetto della vita privata e familiare e che in Italia non possono beneficiare di alcun rimedio effettivo per vedersi riconoscere queste violazioni.

A Taranto è ripreso il processo per disastro ambientale
E' ripartito stamane al Palazzo di giustizia di Taranto , dopo una pausa di alcuni mesi, il processo per il disastro ambientale dell'Ilva a Taranto. Si torna in aula dopo la regressione del dibattimento all'udienza preliminare a causa di un vizio procedurale e il nuovo rinvio a giudizio decretato dal gup Anna De Simone nei confronti di 44 persone fisiche e  tre società. Alla sbarra ci sono anche i fratelli Fabio e Nicola Riva, della proprieta' Ilva (oggi in amministrazione  straordinaria), l'ex governatore della Puglia, Nichi Vendola, il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano,  l'ex presidente della Provincia Gianni Florido, l'ex presidente dell'Ilva Bruno Ferrante e altri ancora.

 
Presentata alcune decine di nuove costituzioni di parte civile
Sono state presentate decine di nuove costituzioni di parte civile.Il presidente Michele Petrangelo, dopo il lungo appello, ha letto anche le istanze di costituzione di parte civile (compresa quella del comitato 'Cittadini e lavoratori liberi e pensanti') che erano state depositate nel processo, poi regredito all'udienza preliminare per un vizio procedurale.
L'avvocato Pasquale Annicchiarico, difensore di Nicola Riva, ha presentato eccezione di nullità perché si tratta di richieste di costituzione in giudizio non presenti nell'atto di citazione del nuovo processo. L'unico imputato presente in aula, l'avvocato Francesco Perli, uno dei legali della gestione Riva. Hanno chiesto di costituirsi parte civile anche l'Asl di Taranto, famigliari di cittadini morti di tumore, il Fondo antidiossina, rappresentanti di cooperative e di organizzazioni onlus.

Emiliano: vogliamo costruire un percorso di verità
"Attraverso questo processo vogliamo costruire un percorso di verità che porterà alla condanna di alcuni e forse  all'assoluzione di altri. A noi non interessa perseguire o perseguitare nessuno". Lo ha sottolineato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine dell'avvio del processo a Taranto per il presunto disastro ambientale causato dall'Ilva.  "Come istituzione - ha aggiunto - la Regione è vittima degli eventuali reati commessi. E stiamo parlando di reati gravissimi come l'avvelenamento di sostanze alimentari, di competenza della Corte d'Assise come gli omicidi".  Questa "non può essere - ha insistito il governatore - una vicenda che resta sotto silenzio. Ci auguriamo che da questo processo emerga una guida sul futuro di un impianto industriale strategico per il Paese ma mortale, secondo l'accusa, per i cittadini di questa area metropolitana".  
"Non vorrei parlare del futuro dell'Ilva perché è evidente che questo compete alle autorità di governo che hanno assunto la responsabilità di questa situazione, ma bisogna sanare un'apparente incongruità: com'è possibile che un impianto continui a funzionare nonostante la magistratura accusi i precedenti gestori di reati così gravi? Tutto questo può accadere grazie ai decreti che hanno 'sospeso' le possibilità di tutelare la salute dei cittadini tarantini", ha detto ancora Emiliano.  "Per quanto tempo - ha aggiunto - potrà durare questa sospensione? E' la domanda che la Regione Puglia fa qui costituendosi parte civile". "Ci sono circa mille parti civili - ha concluso Emiliano - e molte lamentano la morte di parenti a causa di questo inquinamento, della diossina e delle altre  sostanze nocive che hanno assorbito semplicemente vivendo. Questo non è un processo per limitati episodi di inquinamento ambientale. È una cosa molto più grave".