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ITALIA

319 profughi soccorsi dalla Marina Militare

Immigrazione. Almeno 40 morti su un barcone soccorso al largo della Libia

Il peschereccio trasportava oltre 400 persone e i migranti che erano nella stiva sarebbero morti per avere inalato i gas di scarico. Lo ha riferito l'inviata di Rainews24 in diretta dalla sala operativa della Marina Militare. Il commento del ministro dell'Interno Alfano: "Senza una soluzione in Libia, ancora tragedie"

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I migranti durante i soccorsi
Roma
Ennesima tragedia dell'immigrazione al largo delle coste libiche. Almeno 40 profughi sarebbero morti per soffocamento nella stiva di un barcone soccorso dalla nave della Marina Militare Fulgosi. Il peschereggio trasportava circa 400 persone, 319 in salvo. Lo ha riferito in diretta l'inviata di Rainews 24 Lucia Voltan dalla sala operativa della Marina Militare a Roma che lo conferma via twitter. Tra i superstiti ci sono alcuni minori ed una decina di donne. I profughi che hanno perso la vita - ha detto Massimo Tozzi, il comandante dell'unità della Marina "Cigala Fulgosi" intervenuta sul luogo - sarebbero morti per l'inalazione dei gas di scarico, dovuta al fatto che in questo tipo di viaggi chi paga di più può restare sul ponte. "Una scena a forte impatto emotivo, c'erano diversi cadaveri immersi in acqua, combustibile ed escrementi umani", ha detto il comandante, "questo il quadro che si è presentato ai nostri uomini quando sono saliti a bordo".




Per il ministro dell'Interno Alfano, che fa appello alla comunità internazionale, "la nuova tragedia di oggi non sarà l'ultima se non si risolve il problema della Libia. Siamo intervenuti in soccorso, non nelle nostre acque territoriali. Abbiamo ancora una volta il merito di averne salvati 320".

L'emergenza immigrazione ormai riguarda tutti. L''Europa - come ha ricordato ieri in conferenza stampa il commissario Ue all'immigrazione Dimitris Avramopoulos  - sta affrontando "la peggior crisi di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale". A riprova della pressione eccezionale evocata in sala stampa, a Bruxelles, il commissario ha ricordato i dati record dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), secondo i quali nel 2015 gli arrivi in Ue sfiorano i 250mila, più dell'intero 2014 (219mila), con "almeno 2.300" morti sulla rotta del Mediterraneo. "Non c'è una risposta semplice o unica. Né alcun Paese può affrontare la questione da solo", perché l'impresa è "titanica", ha spiegato Avramopoulos, che ha esortato gli Stati membri alla "solidarietà", a perseguire la strada di "un approccio più europeo", al "coraggio collettivo di andare avanti con gli impegni presi, anche quando è difficile e sono impopolari".