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ITALIA

Borgo Panigale

Incendio A14, il poliziotto eroe: "Ho fatto il mio dovere". Toninelli: "5 mesi per la ricostruzione"

Il bilancio è di un morto e 145 feriti. Il premier Conte visita i feriti a Bologna e Cesena. Il procuratore: forse un colpo di sonno all'origine del disastro. Aperta una inchiesta per disastro colposo

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Il premier Giuseppe Conte visita il poliziotto ricoverato a Cesena

"Quel che bisogna fare sempre è vigilare sugli standard di sicurezza: vale per il trasporto su strada, ferroviario, a tutti i livelli". Così il premier Giuseppe Conte che questa mattina ha visitato negli ospedali di Bologna e Cesena i feriti dell'incidente di ieri sulla A14. Si tratta di 16 persone, di cui 4 in condizioni gravi, ma non in pericolo di vita. Il numero complessivo delle persone rimaste coinvolte in quello che è stato definito un inferno è di 145 feriti e un morto.

Il premier ha anche sorvolato in elicottero l'area in cui il ponte è crollato sull'autostrada. "Bisogna vigilare - ha aggiunto - non mi sembra ci siano smagliature nella legislazione attuale, si può discutere se estendere l'articolo 10 del codice della strada anche al trasporto di sostanze pericolose".

Conte: "Indagini per prevenire tragedie simili"
"Ci sono accertamenti in corso, la procura ha avviato un'indagine di disastro colposo contro ignoti, saranno fatte verifiche anche tecniche, noi dobbiamo capire quello che è successo anche per prevenire tragedie del genere" ha concluso il premier, lasciando l'ospedale.

Parla il poliziotto eroe: "Ho fatto solo il mio dovere"
"Io sono Riccardo, sono un poliziotto e ieri ho fatto solo il mio lavoro. Mi lusinga l'appellativo di eroe, ma sono sicuro che qualunque altro poliziotto o carabiniere che si fosse trovato in quella situazione avrebbe fatto quel che ho fatto io: cercare di garantire la sicurezza dei cittadini". Nel letto dell'ospedale di Cesena, Riccardo Muci ha appena ricevuto la visita del premier Giuseppe Conte, al quale ha raccontato l'inferno vissuto ieri sotto il cavalcavia della A14. Originario di Copertino in provincia di Lecce, 31 anni, in servizio al commissariato Santa Viola di Bologna, per Muci quella di ieri era una giornata come le altre.

"Ho subito capito quello che stava per succedere, c'era un odore inconfondibile nell'aria"
"Ero con il mio collega, come capo equipaggio della volante, ed eravamo impegnati in un regolare servizio di controllo del territorio a Borgo Panigale - racconta - Poi abbiamo visto da lontano tutto quel fumo sulla tangenziale e ci siamo avvicinati. Abbiamo chiamato la centrale operativa, che era gi stata informata della situazione, e abbiamo fornito tutti i particolari che riuscivamo a vedere dalla nostra posizione, per dare quanti più elementi possibile alle squadre di soccorso". Ed è quello il momento in cui l'intuizione di Riccardo salva probabilmente decine di vite. "Appena sceso dall'auto - racconta - ho subito capito quello che stava per succedere, c'era un odore inconfondibile nell'aria. Non potevo lasciare che le auto continuassero a circolare e cos ho fatto mettere la volante di traverso, per bloccare l'accesso alla strada in entrambe le direzioni". Ma non solo. "A piedi mi sono spostato verso il ponte, c'erano persone che scattavano foto e facevano video e ho cominciato a urlare dicendo di allontanarsi. Ero a 20 metri dal ponte quando c'è stata quell'enorme esplosione". Riccardo Muci ricorda solo una gigantesca onda d'urto che lo ha fatto volare di alcuni metri e un calore folle che gli ha sciolto la maglietta ignifuga. "Con l'adrenalina in corpo - racconta ricostruendo gli istanti successivi - sono riuscito ad alzarmi e con la schiena bruciata ho continuato a far allontanare la gente. Il mio collega mi ha gettato dell'acqua sulla schiena e insieme a lui e ai carabinieri di Borgo Panigale siamo riusciti a portare i feriti nella caserma dell'Arma". E poi? "Quando è finita l'adrenalina, il dolore si è fatto sentire e sono crollato". Si è risvegliato in ospedale.



Toninelli: "5 mesi per la ricostruzione, si cerca di ridurre i tempi"
"In merito all'intervento di ricostruzione, Autostrade per l'Italia sta verificando presso i principali produttori nazionali ed europei la disponibilità in pronta consegna di 12 travi con interasse appoggi di 24,65 metri e con altezza di metri 1,10. Tale eventuale disponibilità consentirebbe di ridurre in modo significativo i tempi della ricostruzione, altrimenti stimabili in non meno di 5 mesi". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli nell'informativa sull'incidente in Senato.

Procuratore: forse un colpo di sonno
Per ricostruire la dinamica e le cause dell'incidente, un "dato importante è la registrazione delle immagini dell'incidente dove si vede il tamponamento dell'autocisterna, l'incendio e poi la successiva esplosione". Potrebbe esserci stato "forse un momento di distrazione o un colpo di sonno, ma è troppo presto per dirlo con certezza" ha detto il procuratore di Bologna Giuseppe Amato, che esclude al momento, in merito al crollo del cavalcavia, responsabilità di altri: "Mi pare che ci sia un evidente nesso di casualità immediato - ha spiegato - per cui l'implosione del ponte non è correlata a un possibile difetto di costruzione con un mal governo da parte del responsabile conseguenza immediata di un evento di devastanti proporzioni quale quello che si è realizzato".  Amato ha annunciato che sulla vicenda è stato aperto un "fascicolo a carico di ignoti dove si ipotizza il disastro colposo e ovviamente il reato di omicidio, lesioni colpose stradali plurime".

La dinamica del disastro
Secondo quanto emerge dal video dell'incidente, sarebbe stato l'autista dell'autocisterna a tamponare per primo un camion che lo precedeva, in un momento in cui si stava procedendo a bassa velocità per il formarsi di una coda dovuta al traffico. I primi a essere investiti dalle fiamme e dalle esplosioni sono stati 3 poliziotti (di cui uno in gravi condizioni) e undici Carabinieri rimasti feriti durante le operazioni di soccorso.

L'autocisterna stava, probabilmente, trasportando gpl, secondo quanto dichiarato  dall'ingegner Giovanni Carella, coordinatore emergenze dei Vigili del fuoco dell'Emilia-Romagna.  "L'onda d'urto è stata violentissima - ha detto - molti feriti, infatti, hanno ferite da taglio per i vetri scoppiati. Crollato il viadotto dell'autostrada, la deflagrazione è stata molto violenta e ha squarciato le lamiere dell'autocisterna. Le fiamme si sono alzate altissime, ma sono state domate abbastanza presto".

L'incendio è divampato intorno alle 14 in zona Borgo Panigale, alla periferia di Bologna. Lo spegnimento delle fiamme è  reso difficile dall'elevatissimo calore. Sarebbero alcune decine anche le auto esplose. Alcuni feriti sono stati colpiti dai detriti. Sono scoppiati i vetri anche di alcune case vicine. 

L'esplosione dell'automezzo ha determinato lo squarcio e il crollo di una porzione della sede autostradale sul ponte che sovrasta la via Emilia. Intorno all'area dell'esplosione sono andati in fumo tutti i supporti di legno che costeggiano il ponte e fungono anche da barriere fonoassorbenti oltre che da strutture di protezione.

Riaperta carreggiata A14 e direzione sud tangenziale
E all'indomani del devastante incidente a Borgo Panigale sono state riaperte una carreggiata della A14 con doppio senso di marcia e la direzione Sud della tangenziale. "Una prima risposta, importante anche se parziale", per fluidificare il traffico, ha spiegato il ministro dei Trasporti Toninelli, sollecitando "tutta la verità sul gravissimo incidente".

Il bilancio
Un morto - il conducente della cisterna - e 145 feriti il bilancio dell'incendio avvenuto sul ponte dell'Autostrada sul raccordo di Casalecchio. La vittima è Andrea Anzolin, 42 anni, vicentino che lavorava per un'impresa di commercio e distribuzione di carburante della provincia di Vicenza. Era un autista esperto, che da molti anni guidava mezzi che trasportano materiale infiammabile.

Nel reparto grandi ustionati dell'ospedale di Cesena sono ricoverati un poliziotto trentunenne originario della provincia di Lecce e un giovane bulgaro di 17 anni, rimasti coinvolti nell'esplosione. Le loro condizioni sono stabili, entrambi non sono in pericolo di vita nonostante le ustioni di secondo grado siano considerate profonde.