POLITICA
Ddl sul Processo penale
Intercettazioni: sì dell'aula della Camera alla delega del governo, opposizioni contro
Dall'aula di Montecitorio 278 voti a favore, 156 contro e 2 astenuti. Favorevoli Pd e Ncd, contrarie le opposizioni
Via libera dell'aula della Camera all'articolo 29 del ddl di riforma del processo penale con la delega al governo a riformare la disciplina delle intercettazioni. I sì sono stati 278, i no 156 e 2 sono gli astenuti. A favore hanno votato Pd e Ncd, contrarie le opposizioni M5S, Fi, Lega e Sel.
"Non è la prima volta che l'aula della Camera mette mano alla disciplina della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche - commenta il viceministro della Giustizia Enrico Costa - in precedenza, il 17 aprile 2007 si approvò il Ddl Mastella, l'11 giugno 2009 il Ddl Alfano, ma in entrambi i casi gli iter non si completarono e nessun testo divenne legge. Oggi siamo fiduciosi e convinti che sia la volta buona: la maggioranza ha approvato un testo equilibrato, che bilancia il diritto di cronaca con quello alla riservatezza".
"È evidente - osserva Costa - che un cattivo uso delle intercettazioni, attraverso un'indiscriminata pubblicazione in relazione a persone o fatti estranei all'indagine, mini la credibilità complessiva dello strumento stesso, lo svilisca, lo esponga a strumentali contestazioni e, di conseguenza, lo indebolisca. È, infatti, fisiologico - continua - che nelle conversazioni intercettate vengano coinvolti soggetti non indagati o addirittura del tutto estranei alle indagini: quali garanzie l'ordinamento appresta al cittadino che vede un suo dialogo, privato e senza rilevanza per l'indagine, accidentalmente intercettato? Il Parlamento ha dato oggi una risposta chiara e puntuale".
"Non è la prima volta che l'aula della Camera mette mano alla disciplina della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche - commenta il viceministro della Giustizia Enrico Costa - in precedenza, il 17 aprile 2007 si approvò il Ddl Mastella, l'11 giugno 2009 il Ddl Alfano, ma in entrambi i casi gli iter non si completarono e nessun testo divenne legge. Oggi siamo fiduciosi e convinti che sia la volta buona: la maggioranza ha approvato un testo equilibrato, che bilancia il diritto di cronaca con quello alla riservatezza".
"È evidente - osserva Costa - che un cattivo uso delle intercettazioni, attraverso un'indiscriminata pubblicazione in relazione a persone o fatti estranei all'indagine, mini la credibilità complessiva dello strumento stesso, lo svilisca, lo esponga a strumentali contestazioni e, di conseguenza, lo indebolisca. È, infatti, fisiologico - continua - che nelle conversazioni intercettate vengano coinvolti soggetti non indagati o addirittura del tutto estranei alle indagini: quali garanzie l'ordinamento appresta al cittadino che vede un suo dialogo, privato e senza rilevanza per l'indagine, accidentalmente intercettato? Il Parlamento ha dato oggi una risposta chiara e puntuale".