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MONDO

Inferno Siria

Isis, Assad: i raid britannici diffondono il "cancro del terrore"

Sono 8 i raid condotti dall'aviazione britannica negli ultimi due giorni contro le postazioni del sedicente Stato Islamico. Intanto, dagli Usa il segretario alla Difesa John Kerry fa sapere che i colloqui sulla Siria proseguiranno il 18 dicembre a New York. L'Iran: "Sul futuro di Assad deve decidere il popolo siriano"

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Il presidente siriano Bashar al Assad definisce "illegale" l’intervento del Regno Unito contro le postazioni Isis in Siria: servirà solo a diffondere il "cancro" del terrorismo afferma dalle pagine del Sunday Times

Intanto, dagli Usa il segretario alla Difesa John Kerry fa sapere che i colloqui sulla Siria proseguiranno il 18 dicembre a New York. Al tavolo tra i membri dell’International Syria Support Group (ISSG) anche Russia, Iran, Turchia, Arabia Saudita. L’Iran tuona: il futuro di Bashar al-Assad potrà essere deciso soltanto dal popolo siriano e nessuno fuori dalla Siria può decidere al suo posto. 

L'intervento britannico in Siria
Sono 8 i raid condotti tra venerdì e sabato contro le postazioni del sedicente Stato Islamico. Si tratta del secondo round di attacchi nel paese, il primo condotto dai caccia Typhoon arrivati giovedì alla base cipriota di Akrotiri. Altri raid erano stati effettuati dai Tornado che hanno colpito i giacimenti petrioliferi di Omar, nell’est del Paese. 

La linea rossa dell'Iran
Sulla Siria l’Iran ribadisce che il futuro di Bashar al-Assad potrà essere deciso soltanto dal popolo siriano e nessuno fuori dalla Siria può decidere al suo posto. È l’ayatollah Ali Akbar Velayati, uno dei principali consiglieri della Guida suprema della repubblica islamica, Ali Khamenei, a sottolineare come tale condizione rappresenti “una linea rossa” per l’Iran nei negoziati sulla transizione politica.

Iraq chiede il ritiro delle truppe turche
Il governo iracheno chiede il ritiro delle truppe turche entrate nel suo territorio nella zona di Mosul, la roccaforte dell’Isis nel nord del paese. Le truppe di Ankara sono giunte con almeno 20 carri armati per una missione che il premier Davutoglu ha definito “di routine per addestrare” i combattenti locali contro il Califfato e “proteggere la zona”.