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MONDO

Israele, Netanyahu: "Pronto a incontro con Abu Mazen". Hamas annuncia "Venerdì della rabbia"

Il segretario di Stato Usa, John Kerry partirà presto per la regione e  starebbe cercando di organizzare un vertice ad Amman tra il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e il presidente palestinese, Abu Mazen, con l'obiettivo di abbassare la tensione.

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Tensione altissima in Israele per il timore di nuovi attacchi dopo due settimane di violenze in cui sono morti sette israeliani e una trentina di palestinesi. 

Netanyahu: "Pronto ad un incontro con Abu Mazen"
"Sono aperto a un incontro con Abu Mazen e con i leader arabi. penso che potenzialmente sia utile perché può fermare l'ondata di istigazione", ha detto
il premier israeliano Benyamin Netanyahu in conferenza stampa a Gerusalemme.

"C'è la proposta per un incontro forse in Giordania, ha confermato il premier israeliano. "Io sono disposto, se la cosa può essere utile". "Ma prima occorre mettere fine alle menzogne. ed è quello che sto facendo stasera", ha aggiunto.
Con queste parole Netanyahu ha confermato notizie divulgate ieri relative ad una iniziativa del segretario di stato americano, John Kerry, per un incontro ad Amman con la sua partecipazione e con quella dei leader israeliani e palestinesi.


"Ci aspettiamo che i nostri amici non costruiscano false simmetrie tra i cittadini israeliani e quelli che li accoltellano a morte", ha detto Netanyahu.

"Abu Mazen mente e continua ad incitare: il ragazzino non è morto, è vivo e non è innocente, ha cercato di uccidere. i palestinesi si rifiutano di dire la verità", ha detto il premier israeliano, che è tornato ad attaccare Abu Mazen che ha sostenuto che Israele "ha giustiziato" il ragazzino attentatore palestinese. 

Hamas annuncia la "Giornata della collera"
Hamas ha indetto per domani, al termine della preghiera del venerdì di festa musulmano, una nuova 'Giornata di collera' in Cisgiordania e a Gerusalemme est. Il movimento islamico che controlla la Striscia di Gaza ha invitato ad attaccare l'esercito israeliano "per punirlo dei suoi crimini" e ha esortato tutti i gruppi palestinesi a partecipare a queste azioni.


Divieto di espatrio per lo sceicco Raed Sallah
L'appello di Hamas è stato lanciato poche ore dopo che al leader del Movimento islamico, lo sceicco Raed Sallah, è stato impedito di partire dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv per recarsi in Turchia dove avrebbe dovuto incontrare deputati turchi ed arabi. A Sallah, considerato l'ispiratore dei disordini alla moschea al Aqsa che sono stati il preludio alla nuova Intifada, sarebbe stato notificato un divieto di espatrio per il prossimo mese.    

Il segretario di Stato Usa Kerry presto nella regione
Intanto la diplomazia è al lavoro per cercare di fermare le violenze che rischiano di affossare ogni speranza di dialogo tra Israele e palestinesi. Il segretario di Stato Usa, John Kerry partirà presto per la regione e intanto starebbe cercando di organizzare un vertice ad Amman tra il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e il presidente palestinese, Abu Mazen, con l'obiettivo di abbassare la tensione.

Tensione a Tel Aviv
A Tel Aviv la polizia ha fermato dopo un lungo inseguimento due palestinesi residenti a Gerusalemme est: la caccia all'uomo è  iniziata dopo la segnalazione dello Shin Bet che i due si accingevano a compiere un attacco terroristico.

E' battaglia mediatica
La battaglia tra Israele e palestinesi si combatte anche a livello mediatico: il ministero degli Esteri dello Stato ebraico ha diffuso le foto di Ahmed Mansara, il ragazzino palestinese di 13 anni che aveva ferito gravemente un coetaneo israeliano a Gerusalemme, per mostrare che è vivo ed è ricoverato in ospedale. E' stata così smentita l'accusa di Abu Mazen che aveva affermato che il giovanissimo palestinese era stato "giustiziato". L'ufficio del premier israeliano ha tacciato il presidente dell'Anp di "istigare" alla violenza e di diffondere "bugie".    

Le immagini sono anche la risposta d'Israele alle allusioni del portavoce del dipartimento di Stato americano, John Kirby, verso un "uso eccessivo della forza" nell'affrontare gli attacchi palestinesi. L'accusa ha fatto infuriare il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, che ha accusato Washington di "malinterpretare" il conflitto israelo-palestinese. "Se qualcuno brandisce un coltello e lo uccidono, e' questo uso eccessivo della forza? Ma di cosa stiamo parlando", ha commentato Yaalon ai microfoni della radio militare.