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MONDO

Due morti e sette feriti

Israele, caccia all'attentatore di Tel Aviv. Polizia divulga la sua identità

Si chiama Nashad Milhem e risiede nella località di Arara, nel nord di Israele, regione a maggioranza araba. Lo riporta il Jerusalem Post

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La polizia israeliana ha divulgato l'identità del ragazzo arabo israeliano che ieri avrebbe aperto il fuoco contro un pub di Tel Aviv: si chiama Nashad Milhem e risiede nella località di Arara, nel nord di Israele, regione a maggioranza araba. Lo riporta il Jerusalem Post rivelando che l'uomo ha circa 31 anni (secondo altri media israeliani avrebbe 29 anni). La polizia ha avvertito che l'uomo è pericoloso e ha chiesto l'aiuto della popolazione per localizzarlo. Intanto ingenti forze di polizia si trovano nella casa di famiglia di Milhem nella regione di Wadi Ara.

L'uoomo sarebbe mentalmente instabile ma non aderente all'Isis. A descriverlo è un parente che lo ha riconosciuto dalle immagini delle telecamere di sorveglianza. Nell'attentato sono morte due persone e altre sette sono rimaste ferite. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha espresso il cordoglio del governo italiano al primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu "per il vile, odioso attentato di Tel Aviv". 

Nella notte inoltre si sono registrate tensioni nella Striscia di Gaza. L'aviazione israeliana ha lanciato una serie di raid contro obiettivi dei militanti palestinesi nella Striscia di Gaza, in risposta al lancio di due razzi contro il sud di Israele che non avevano causato vittime, ne' danni. I raid hanno preso di mira due strutture per l'addestramento di Hamas e due siti militari da Beit Hanoun, nel nord, fino a Rafah nel sud. Dalla fine dell'intervento militare israeliano a Gaza, nell'estate del 2014, sono una trentina i razzi lanciati dall'enclave palestinese che hanno raggiunto il sud di Israele.

Le indagini
Ad imprimere una svolta alle indagini sono stati il caricatore dell'arma dell'assalitore (rimasto su un marciapiede), il sacco abbandonato sul carrello del negozio (dove c'era una copia del Corano) e le immagini riprese da telecamere di sicurezza. Alla loro diffusione una famiglia di Arara, una località nel nord di Israele, ha riconosciuto il figlio e ha avvertito la polizia. Secondo un conoscente, un suo cugino fu ucciso anni fa dalla polizia israeliana e dunque una delle ipotesi potrebbe essere quella di una vendetta privata. Gli agenti della polizia si sono interessati in particolare alla sua pagina Facebook. In serata è stata oscurata. Ieri è stato trovato nella zona del pub anche il cadavere di un tassista arabo. Ma non è ancora chiaro se questa morte sia collegata con la sparatoria. In serata la polizia israeliana ha autorizzato gli abitanti del rione di Tel Aviv vicino al luogo dell'attentato ad uscire in strada e a tornare alla normalità. I locali di svago sono stati riaperti, fra misure particolari di sicurezza. Ma al pensiero che l'attentatore del pub è ancora a piede libero molti hanno preferito egualmente trascorrere la serata in casa. Per una volta la frizzante Tel Aviv è stata costretta ad abbassare la testa. 

Il padre del ricercato: "Prendetelo, potrebbe uccidere ancora"
Il padre dell'uomo ricercato ha poi lanciato un appello alle forze di sicurezza affinché prendano suo figlio il prima possibile, temendo che possa colpire di nuovo. "E' importante che lo prendano e lo arrestino, perché è ancora armato e come ha ucciso due persone potrebbe ucciderne altre", ha detto l'uomo, citato da Ynet News. E' stato proprio il padre del 31enne a chiamare le autorità dopo avere riconosciuto il figlio grazie alle immagini trasmesse in televisione. "Sono preoccupato e voglio sentire che è nelle mani della polizia", ha detto ancora l'uomo, dicendosi "scioccato". "Tutti noi condanniamo quanto avvenuto. Mio figlio era in terapia - ha concluso - Non immaginavamo che volesse commettere un atto insolito".

La sparatoria
La sparatoria è iniziata poco prima delle 15, quando l'aggressore è entrato in un negozio con il volto coperto da occhiali e con un sacco in spalla. Dopo aver esaminato con calma la mercanzia, ha deposto il sacco su un carrello, ha estratto un'arma automatica e si è lanciato in via Dizengoff, sparando almeno una trentina di proiettili sui passanti e sugli avventori del pub Hasimtà.

"Non sembrava che volesse colpire qualcuno in particolare", ha raccontato un testimone. Per alcuni di loro non c'è stato scampo. Due sono rimasti uccisi sul posto, altri quattro sono giunti in condizioni gravi in ospedale e altri ancora sono stati feriti in modo più lieve. Le vittime erano incensurate, cosa che farebbe escludere la pista di un regolamento di conti della malavita. Da parte sua il sindaco Ron Hulday ha definito "totalmente infondate" voci diffusesi nei primi momenti secondo cui l'attentatore voleva forse colpire un club di omosessuali, che però non c'è in quel posto.