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MONDO

L'accusa: "Italia riluttante a collaborare con noi"

Italiani rapiti in Libia, Minniti al Copasir: pista degli scafisti esclusa, rapimento per soldi

La pista degli scafisti è esclusa per il rapimento dei quattro italiani in Libia. Si tratta invece di una bada di criminali che cerca di ottenere il pagamento di un riscatto. E' quanto si apprende dal Copasir 

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I quattro italiani rapiti in Libia sono in mano a criminali che cercano un riscatto in denaro. Mentre l'ipotesi dei terroristi sembra da scartare. E' quanto emerge dal Copasir, dopo l'audizione di questo pomeriggio di Marco Minniti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega per la sicurezza della Repubblica, in cui l'organismo parlamentare ha fatto il punto sulla vicenda che riguarda i quattro tecnici italiani della ditta di costruzioni Bonatti rapiti mentre rientravano dalla Tunisia a Mellitah, nella zona di Sebrata. 

"La pista degli scafisti - ha spiegato una fonte all'agenzia Agi - non è da considerare. Si tratta sostanzialmente, a quanto ci viene riferito, di una banda di soggetti non legati al terrorismo che cerca di monetizzare questo rapimento. Stando così le cose sicuramente, pur nelle difficoltà, la situazione sarebbe più facilmente gestibile, come lo dimostra le esperienze passate".

Ad ogni modo, ha proseguito la medesima fonte, "quando sono al lavoro dei professionisti, come è in questo caso, siamo predisposti ad una soluzione positiva anche se la situazione è molto complessa e delicata. Il pericolo - ha sottolineato ancora la fonte - è che i tempi si allunghino. Occorre individuare delle fonti con cui interloquire che siano attendibili e che possano portare in tempi rapidi a una soluzione della vicenda".

 Mentre la Farnesina è al lavoro per risolvere il caso, parla anche Khalifa al-Ghweil, il  premier del governo islamista di Tripoli,  che si oppone a quello di Tobruk riconosciuto internazionalmente. In un'intervista a La7 anche al-Ghweil esclude che ci possano essere scafisti dietro il rapimento degli italiani. "Piuttosto - spiega - crediamo si tratti di criminali che vogliono turbare le relazioni che vogliamo instaurare con l'Italia". 

Gentiloni: massimo riserbo
Il ministro degli Esteri Gentiloni continua a chiedere massimo riserbo e assicura che "le forze della diplomazia, dell'intelligence e della sicurezza stanno lavorando". L'Italia, comunque, ha detto il ministro dell'Interno Alfano chiude a qualsiasi trattativa. E sui riscatti che sarebbero stati pagati in analoghe vicende in passato - ha specificato - "sono cose delle quali si è sempre parlato, ma non è mai stato confermato nulla in questo senso", ha concluso. 

al-Ghweil: "Forse criminali per turbare relazioni con Italia"
"Consideriamo questi criminali nemici della tranquillità della Libia - ha detto il primo ministro di Tripoli nell'intervista raccolta dall'inviata di Piazzapulita Francesca Mannocchi - Tuttavia considero molto scarsa la probabilità che questo rapimento avesse una relazione con i trafficanti di uomini. Dubito che la cosa riguardi il traffico di esseri umani, piuttosto crediamo che si tratti di criminali che vogliono turbare le relazioni che vogliamo instaurare con l'Italia".

"Italia riluttante a collaborare con noi"
"Devo però sottolineare - rimarca il premier di Tripoli - la riluttanza del governo italiano di collaborare con noi e la sua debolezza nel combattere il terrorismo e i criminali. Questo ha fatto sì che i criminali trovassero un ambiente favorevole per espandersi. Non non abbiamo mezzi e l'Italia non ha fatto niente per aiutarci a combattere il terrorismo in Libia".

"Pertanto - afferma ancora - colgo questa occasione per rinnovare il mio invito al governo italiano per collaborare con il nostro governo di salvezza nazionale e non con l'altro. Soprattutto per la lotta al terrorismo e la lotta all'immigrazione clandestina". "Nonostante tutto, il nostro governo di salvezza nazionale a Tripoli sta facendo del suo meglio per combattere l'immigrazione clandestina e salvare i profughi ma purtroppo - conclude il premier - abbiamo trovato solo rifiuti da parte dell'Europa e l'Italia è al primo posto di questa riluttanza".