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MONDO

La decisione

Lotta al terrorismo, il premier francese Valls: "Via la cittadinanza a chi sarà condannato"

Il premier transalpino conferma l'intenzione di voler introdurre nella riforma costituzionale la possibilità di togliere la nazionalità francese ai condannati in via definitiva per terrorismo. Una possibilità che ha portato l'esecutivo di Parigi ad un passo dalla rottura, con il ministro della giustizia che ha commentato: "L'efficacia della legge anti-terrorsimo è più importante della mia permanenza al governo".

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L'esecutivo francese ha varato un progetto di riforma costituzionale che prevede lo stato d'emergenza, così come aveva promesso il presidente François Hollande all'indomani degli attentati di Parigi del 13 novembre. Lo ha annunciato oggi il premier socialista Manuel Valls.

Il disegno di legge dovrà essere sottoposto al Parlamento con una procedura particolare e raccogliere una maggioranza di tre quinti dei deputati e senatori per essere adottato.

Nel progetto di riforma il governo ha previsto anche la possibilità che venga revocata la nazionalità francese alle persone condannate per atti i terrorismo che abbiano anche un'altra nazionalità. Una possibilità relativamente remota visto che sarebbe destinata ai soli titolari di due passaporti, ma che ha portato l'esecutivo francese ad un passo dalla rottura.

Annunciata in un primo momento la misura era poi stata stralciata, scatenando le ire della destra e non solo, salvo poi essere reintrodotta in extrmis da Valls. Decisione commentata dal ministro della Giustizia Christiane Taubira con amarezza: "L'efficacia della legge anti terrorismo è più importante della mia permanenza al governo".

Lo stato di emergenza, una condizione eccezionale nello stato di diritto francese, è stato decretato dal governo all'indomani degli attentati del 13 novembre a Parigi e approvato con voto quasi unanime dal Parlamento: resterà in vigore fino al 20 febbraio. Lo stato di emergenza, considerato dai detrattori una minaccia alle libertà individuali, attualmente è una misura straordinaria regolamentata solo da legge ordinaria e quindi suscettibile di essere contestato davanti alla Corte costituzionale. Francois Hollande invece vuole andare oltre, introducendo lo stato d'emergenza direttamente nel testo costituzionale del 1958 e rafforzarndone il dispositivo.

Il dibattito in Parlamento, ha annunciato Manuel Valls, si aprirà "a partire dal 3 febbraio" in Assemblea nazionale, per poi passare al Senato.

Lo stato d'emergenza autorizza i prefetti a procedere a perquisizioni, arresti domiciliari e scioglimento di associazioni senza passare per l'autorità giudiziaria, in base alla semplice ipotesi di una minaccia per la sicurezza pubblica.