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ITALIA

La maxi inchiesta

Mafia Capitale: Marino chiede a Cantone di verificare appalti. Prefetto valuta scioglimento Comune

Il sindaco di Roma incontra anche il commissario del Partito Dem a Roma Orfini. Nelle perquisizioni a casa di Nadia Cerrito spunta il 'libro nero' delle presunte tangenti ai politici. L'inchiesta scuote anche la Regione Lazio, Zingaretti dispone un'indagine interna. Dopo Eugenio Patanè, Pd, si dimette anche il capogruppo Fi alla Regione Lazio Luca Gramazio

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Roma
Indagini e politica. Due binari che si intrecciano. Mentre spunta un libro mastro dell'attività illecita della "mafia capitale" - vale a dire l'annotazione di nomi e cognomi dei politici "stipendiati", delle persone da far assumere, degli imprenditori collusi - al Campidoglio si susseguono gli incontri. Il sindaco della Capitale Ignazio Marino ha voluto incontrare il capo dell'Authority anticorruzione Raffaele Cantone. Marino ha chiesto che un pool di esperti dell'Autorità passi in rassegna tutti gli appalti che sono al momento in essere e su cui l'amministrazione nutre delle preoccupazioni. 

Subito dopo l'incontro con il commissario del Pd romano Matteo Orfini che ha ribadito la sua fiducia al sindaco: "Questa amministrazione è stata un argine ai poteri criminali". Ma il futuro del comune di Roma è in queste ore appeso alla decisione del prefetto Giuseppe Pecoraro che non ha escluso lo scioglimento. 

Prefetto: "Fatti mai visti. Valutiamo le carte"
"Quelli emersi dall'inchiesta 'Mafia Capitale' "sono fatti gravi per il tipo d'imputazione, Roma non ha mai vissuto una situazione del genere" ha detto oggi Pecoraro. L'inchiesta, ha spiegato, "ha fatto emergere modalità di tipo mafioso usate dagli indagati, ma non si tratta delle tradizionali mafia, camorra e 'ndrangheta, ma di metodi mafiosi usati per ottenere profitti e vantaggi". In queste ore, ha aggiunto, "stiamo leggendo le 1.200 pagine dell'ordinanza in modo da valutare" la possibilità di sciogliere il Comune di Roma "e poi riferiremo al ministro".

Marino: "Con Cantone verifica appalti dubbi"
"Insieme all'assessore al Bilancio Silvia Scozzese - fa sapere Marino - abbiamo chiesto a Cantone che un pool di esperti dell'Autorità passi in rassegna tutti gli appalti che sono al momento in essere e su cui nutriamo delle preoccupazioni". Il sindaco specifica la sua volontà di andare fino in fondo, "come già fatto, spiega, chiamando gli ispettori del Mef a certificare il buco di bilancio. I cittadini romani meritano rispetto e la nostra Amministrazione continuerà il suo lavoro sulla strada della legalità".

Orfini a M5s: "Sciogliere comune è linea della mafia"
 Il commissario del Pd romano Orfini riconferma la sua fiducia al sindaco Marino."Al movimento Cinque Stelle dico che la linea dello scioglimento di questa amministrazione è la linea della mafia, di quei poteri criminali che hanno provato ad infiltrarsi in questa amministrazione provando ad aggredirla perché non faceva quello che loro chiedevano".

Si dimette pres. commissione Trasparenza Comune
Si dimette anche Giovanni Quarzo, consigliere di Fi e presidente della commissione capitolina Trasparenza, il cui nome risulta nella lista degli indagati della Procura. "Sono sicuro di non aver commesso alcun reato - aggiunge - e sono certo di essere diventato Presidente della Commissione Trasparenza per una scelta politica all'interno dell'allora Gruppo Consiliare del Pdl e di tutto il centro destra". Ieri il sindaco Ignazio Marino aveva rimosso dalla direzione Integrità, Trasparenza e Semplificazione amministrativa del Campidoglio il direttore Italo Politano.

L'inchiesta scuote la Regione. Zingaretti dispone indagine interna
Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha disposto "un'indagine conoscitiva presso tutte le principali centrali appaltanti della Regione quali: Asl, Ater, Centrale Unica e Dipartimenti per conoscere se società legate all'inchiesta abbiano partecipato a gare e a bandi pubblici ed il loro esito". Intanto dopo Eugenio Patanè, Pd, si dimette anche un'altro degli indagati. Si tratta del capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio, Luca Gramazio.

Il libro nero della cupola
L'organizzazione guidata dall'ex terrorista dei Nar, Massimo Carminati, aveva un libro mastro dell'attività svolta in cui veniva annotata la contabilità (parallela) dei flussi finanziari illeciti e dei loro destinatari, pubblici e privati. A custodire questo 'libro nero' delle presunte tangenti, che finivano nelle tasche di quei politici che avrebbero consentito al gruppo di conquistare i migliori appalti, era Nadia Cerrito, responsabile della cassa della Cooperativa 29 giugno, finita in carcere per associazione di tipo mafioso e corruzione aggravata. Era lei, nella veste di segretaria personale del presidente della Cooperativa Salvatore Buzzi, "a partecipare agli incontri dei suoi massimi esponenti, a erogare i pagamenti per le cene elettorali, a predisporre le buste con somme di denaro, annotando sulle stesse, come suggerito dallo stesso Buzzi, le iniziali delle persone a cui sarebbero state poi consegnate" come si legge nell'ordinanza di custodia cautelare.