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ITALIA

Il procuratore capo: "Colpo importante a Cosa nostra"

Maxioperazione antimafia a Palermo: 95 arresti

Nel mirino degli inquirenti presunti affiliati al mandamento di Resuttana e San Lorenzo. Tra le accuse associazione mafiosa, danneggiamento e estorsione. Sequestrati beni per svariati milioni di euro

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Palermo (Wikipedia)
Palermo
L'hanno chiamata "Apocalisse" e ha l'obiettivo di assestare un duro colpo a due importanti mandamenti mafiosi. Una vasta operazione antimafia è stata portata a termine nelle prime ore del mattino a Palermo. Tra gli arrestati, anche il fratello dell'autista di Totò Riina.

Operazione contro il mandamento di Resuttana e San Lorenzo
Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza hanno eseguito 95 provvedimenti restrittivi per le accuse di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento e altri reati. Nel mirino ci sono presunti "uomini d'onore" dei clan dell’area occidentale della città e in particolare del mandamento di Resuttana e San Lorenzo.  

Estorsioni e condizionamenti dell'economia locale
Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno consentito di ricostruire il nuovo organigramma del mandamento. Gli investigatori hanno individuato capi e gregari, riportando numerose estorsioni praticate in modo capillare e soffocante da Cosa nostra ai danni di imprese edili ed attività commerciali del territorio e riscontrando un diffuso condizionamento illecito dell'economia locale. Nel corso dell'operazione sono stati inoltre sequestrati complessi aziendali per svariati milioni di euro. Un'intercettazione ha anche permesso di individuare, a più di un secolo di distanza, il nome dell'assassino del poliziotto italo-americano Joe Petrosino, ucciso nel 1909.

In manette il fratello dell'autista di Riina
Uno dei nomi più noti coinvolti nell'inchiesta è quello di Girolamo Biondino, fratello di Salvatore, l'autista di Totò Riina. Secondo gli inquirenti era a capo del mandamento di Tommaso Natale e Resuttana: era lui a tenere le fila e a imporre il pizzo. Era da poco stato scarcerato ed era tornato a comandare il clan: per cercare di non finire di nuovo in carcere, Biondino faceva il pensionato. Girava in autobus e non si faceva vedere in giro con altri uomini d'onore. 

Il procuratore capo: "Operazione molto importante"
Secondo il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, si tratta di "un'operazione molto importante, perché incide su un mandamento da sempre strategico per Cosa nostra e un tempo regno incontrastato dei Lo Piccolo e da sempre al centro delle attività di controllo di Cosa nostra". 

Imprenditore antiracket accusato di voto di scambio
Tra gli indagati c'è anche Pietro Franzetti, imprenditore antiracket candidatosi al consiglio comunale di Palermo nel 2012. Non fu eletto, ma secondo l'accusa avrebbe comprato voti dalla mafia. Pochi giorni fa Franzetti aveva organizzato una manifestazione davanti a Montecitorio per chiedere la revoca dei vitalizi ai parlamentari condannati per mafia e per altri gravi reati. Gli è stato notificato un divieto di dimora.