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POLITICA

Il via libera alla manovra

Manovra, Conte: procedura di infrazione andava evitata

"Attraversare una procedura di infrazione che avrebbe messo sotto controllo i conti dell'Italia per sette anni avrebbe avuto un costo politico molto elevato" dice il premier

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Alla fine la linea del governo diventa quella della mediazione. La linea del compromesso cercato, dopo settimane di sfida, con l'Ue per evitare la procedura di infrazione per debito eccessivo. I commissari europei danno il via libera solo quando il governo giallo-verde si impegna, nonostante i proclami dei suoi leader, a correggere il bilancio per 10,25 miliardi nel 2019, azzerando l’aumento di 0,8 punti del deficit strutturale previsto dalla prima versione della legge di Bilancio.  A spiegare come si è arrivati a questa scelta e perché è proprio il premier Giuseppe Conte in un'intervista al Corriere della Sera.

"Attraversare una procedura di infrazione che avrebbe messo sotto controllo i conti dell'Italia per sette anni, inutile negarlo, avrebbe avuto un costo politico molto elevato, e forse non del tutto prevedibile", dice il presidente del Consiglio, riflettendo sulla possibilità che con un 'no' della Commissione si sarebbe riaperta la discussione sulla permanenza dell'Italia in Ue e nell'euro. Questo però, precisa,"non è né sarà mai un obiettivo politico di questo governo".   

Quando gli viene chiesto se può aver pesato la protesta dei gilet gialli in Francia Conte prelica: "Può avere avuto il suo peso, anche se è difficile da quantificare - evidenzia il premier -. Dalla prima cena a Bruxelles sui negoziati, quando mi sono sentito rivolgere alcune critiche contabili, ho invitato i miei interlocutori a considerare che noi avevamo davanti l'esigenza di mantenere la stabilità sociale in Italia. Ho menzionato esplicitamente al commissario Pierre Moscovici la rivolta dei gilets jaunes in Francia". Come ha convinto Di Maio e Salvini ad abbassare i toni?

"Ci siamo resi conto tutti che questo non giovava all'interesse del nostro Paese. E a quel punto, per evitare che il negoziato si complicasse, ho chiesto e ottenuto una linea di comunicazione più attenta", spiega. Poi un commento sulla situazione della maggioranza di governo e sul consenso crescente della Lega guidata da Salvini. A chi gli chiede se, in caso di vittoria delle Lega alle Europee, sarebbe pronto a cedere Palazzo Chigi a Salvini risponde: "Onestamente no, non sono pronto a questo passaggio delle consegne. Ma non perché tenga alla poltrona. Questo governo è frutto di un impegno con gli italiani per realizzare un progetto riformatore che richiede tempo ed energie per l'intero arco della legislatura". Infine, minimizza il fatto che Salvini e Di Maio non fossero al suo fianco al Senato: "Erano assenti giustificati".

Al Senato si vota sul maxi emendamento
Intanto la legge di bilancio procesgue nel suo iter. Scade alle 13 il termine per la presentazione dei subemendamenti alla manovra. Si va verso la richiesta di fiducia su un maxiemendamento che al Senato recepisca le proposte di governo e relatori. Sono previsti un taglio per 3 anni dell'adeguamento delle pensioni oltre i 1.520 euro al mese e un taglio a quelle oltre i 100mila l'anno. Per quel che riguarda l'Iva gli aumenti scatteranno per 23 miliardi nel 2020 e quasi 29 nel 2021 e 2022. Mentre dall'Ue, nonostante l’intesa, hanno avvisato che "l'andamento del bilancio" verrà monitorato.

Salvini e Di Maio: non aumenteremo Iva nei prossimi anni
"No, non l'abbiamo aumentata quest'anno e non l'aumenteremo nei prossimi anni". Lo ha detto il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini e stessa rassicurazione arriva dall'altro vicepremier. "Non c'è un aumento dell'Iva quest'anno e non ci sarà nei prossimi anni. Come abbiamo dimezzato quest'anno le clausole le dimezzeremo nei prossimi anni". Così il ministro dello Sviluppo e del Lavoro, Luigi Di Maio.

Cei: taglio sconti Ires penalizza volontariato
"Se davvero il Parlamento procedesse con la cancellazione delle agevolazioni fiscali agli enti non commerciali (con la soppressione dell'aliquota ridotta Ires),verrebbero penalizzate fortemente tutte le attività di volontariato, di assistenza sociale, di presenza nell'ambito della ricerca, dell'istruzione e anche del mondo socio-sanitario". Così la Cei sulla manovra sottolineando che "si tratta di realtà che spesso fanno fronte a carenze dello Stato, assicurando servizi e prossimità alla popolazione. Siamo consapevoli delle difficoltà in cui versa il Paese, come pure delle richieste puntuali dellaCommissione Europea", conclude la Cei evidenziando gli "elementi di preoccupazione" dell'ultima versione della legge dibilancio.